La Banca Popolare Vicenza stringe sull'incorporazione di Cariprato. E come ci si poteva attendere con la notizia si è sollevato un polverone. Ieri a Vicenza l'incontro con tutte le sigle sindacali delle banche coinvolte nei processi di fusione della Banca Popolare. Semplificare, razionalizzare, risparmiare sono i motivi che hanno spinto la Banca di Vicenza a decidere di incorporare Cariprato, la vecchia Cassa di Risparmio di Prato fondata 180 anni fa da sessanta tra notabili, parroci e possidenti.
L'istituto toscano manterrà solo il marchio. La notizia dell’incorporazione preoccupa il presidente Enrico Rossi, perché rappresenterebbe «la scomparsa dalla Toscana di un marchio storico, di grande rilevanza per lo sviluppo del territorio», come è affermato in una lettera inviata dallo stesso Rossi al presidente di Cariprato Divo Gronchi. «La crisi globale che dal 2008 sta colpendo anche questa regione si è innestata a Prato su una situazione già molto difficile per l’economia locale – prosegue il presidente Rossi -.
Il distretto tessile pratese attraversa ormai da anni una durissima transizione che ha già portato alla chiusura di centinaia di imprese e alla distruzione di migliaia di posti di lavoro. Anche se proprio in questi ultimi mesi si iniziano ad intravedere i primi segnali di ripesa, in particol are dell’export». Si tratta di un segnale chiaro che la nostra imprenditoria non si è arresa. Ma proprio per questo necessita e merita tutto il sostegno possibile, da parte delle istituzioni, ma anche e soprattutto del sistema bancario.
«La Regione – sottolinea Rossi - attraverso Fidi Toscana ha messo in campo una pacchetto anti-crisi per sostenere le imprese sul versante del ricorso alla liquidità e degli investimenti. Ma accanto a questo decisivo resta il protagonismo attivo degli istituti bancari legati al territorio. Proprio per questo abbiamo bisogno di un sistema bancario vicino al nostro sistema di piccole e medie imprese, capace di interpretarne le esigenze e il valore». In un simile quadro, la perdita in particolare di uno dei più importanti punti di riferimento finanziario costituito da Cariprato può rappresentare un rischio e una difficoltà aggiuntiva, un ulteriore ostacolo per le aziend e pratesi alla ricerca di una via per uscire dalla crisi strutturale e di liquidità in corso.
L'incessante processo di aggregazione in atto, con la creazione di gruppi bancari nazionali, rischia di alimentare un processo di progressivo distacco e perdita di contatto dalle esigenze del territorio attraverso un'azione di limitazione degli spazi di autonomia. «Per questo motivo chiedo alla Banca Popolare di Vicenza di mantenere l’autonomia decisionale sul territorio, in modo da sviluppare servizi e prodotti innovativi e rispondenti ai bisogni delle nostre imprese. E che ogni processo di aggregazione sia accompagnato da un rinnovato e più deciso impegno della Banca sul territorio mantenendo gli attuali livelli occupazionali e potenziando l’autonomia della prevista Direzione regionale di Prato.
In modo che il credito continui a essere concesso, a Prato e per Prato, con tempi certi e rapidi». Rossi conclude il suo messaggio al presidente Gronchi sottolineando la certezza che quanto da lui affermato corrisponde allo spirito e agli obiettivi dei vertici della Banca Popolare di Vicenza, che intende comunque incontrare al più presto per un confronto sull’importanza e le modalità della presenza a Prato e in Toscana. «Il piano per Prato, cui la Regione Toscana sta lavorando, non può prescindere dal contare sulla presenza attiva e propositiva di Cariprato sul territorio.
È un vantaggio cui non possiamo e non intendiamo rinunciare per il futuro del maggiore distretto tessile, per le aziende e le famiglie di Prato».