A giugno 2010 Monte dei Paschi cede a Cassa di Risparmio Firenze 50 sportelli e 22 li acquisisce Banca Carige. Ma 96 sportelli del Gruppo Intesa Sanpaolo erano già stati oggetto di cessione ad aprile a Cassa di Risparmio della Spezia, che opera in Liguria, Toscana e Emilia Romagna. Operazione, quest'ultima, che prevede anche la vendita dell'intera partecipazione detenuta tramite la controllata Banca Cr Firenze nella stessa Cassa. DI quello che sta accadendo all’interno del gruppo bancario Intesa Sanpaolo si interessa anche una mozione, predisposta dal consigliere regionale dell’Unione di Centro Marco Carraresi condivisa da tutti i gruppi consiliari, che chiede alla Giunta regionale di intervenire “per tutelare gli interessi delle realtà produttive, dei risparmiatori e del personale dipendente, a garanzia del radicamento e della forte sinergia con la realtà produttiva del territorio”.
Perché quello che sta accadendo non è di poco conto, con Intesa Sanpaolo che ha ceduto ai francesi del Crédit Agricole 96 sportelli del gruppo in Italia: di questi diciotto sono in Toscana, ed è stata ceduta l’intera partecipazione detenuta tramite la controllata Banca CR Firenze in Cassa di Risparmio della Spezia (80% del capitale). Ancora, la Banca Popolare di Vicenza ha a sua volta deciso l’incorporazione di Cariprato, della quale controllava il 92%, ponendo di fatto fine alla storia dell’istituto bancario pratese che durava da 180 anni.
“Tutto questo non può non preoccupare –sottolinea Carraresi-. Occorre ricordare che a seguito delle operazioni di vendita o di fusione che stanno caratterizzando il mondo bancario nella nostra regione, in questi ultimi anni sono stati persi -solo dall’ex gruppo Cassa di Risparmio di Firenze- circa 600 posti di lavoro (oltre a quelli legati all’indotto), è stata venduta Banca Findomestic ad una società estera, è stato pesantemente ridimensionato il Centro Leasing, non è chiaro quale sarà il futuro del Centro Factoring e del Centro Vita e del relativo personale, sono stati distaccati centinaia di lavoratori dalla Banca CR di Firenze a Intesa Sanpaolo e al consorzio di gruppo con trasferimento delle relative attività”.
“Specialmente per quanto riguarda la Cassa di Risparmio di Firenze –aggiunge il consigliere Udc- ogni ulteriore perdita di autonomia -e quindi della storica e strategica vocazione territoriale che da quasi due secoli l’hanno resa elemento essenziale per la crescita e lo sviluppo della nostra regione- comporterebbe ripercussioni sicuramente gravissime sia sul piano economico che su quello sociale. Per questo la Giunta regionale non può far finta di niente, e deve invece intervenire in modo deciso e attivo.
Cosa che, finora, purtroppo, non pare aver fatto”.