La Basilicata svela i suoi tesori, e per la prima volta li espone fuori regione. "Splendori del barocco defilato. Arte in Basilicata e ai suoi confini da Luca Giordano al Settecento" è la mostra a cura di Elisa Acanfora (catalogo Mandragora) che si terrà a Firenze, in Palazzo Medici Riccardi, dal 24 luglio al 5 settembre 2010. L’esposizione è promossa dall’Università degli Studi della Basilicata in occasione del XXV anniversario della sua fondazione, insieme alla Regione Basilicata, alla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata, al Comune di Potenza, al Comune di Matera e alla Fondazione Carical, con il sostegno e l’ospitalità della Provincia di Firenze. La sede fiorentina non è stata scelta a caso: l’antica dimora dei Medici rappresenta infatti un simbolo per l’arte barocca, grazie all’opera del napoletano Luca Giordano che a Firenze dipinse uno dei capolavori del barocco europeo: la sua celebre Galleria.
La fondamentale influenza che l’artista ha avuto sull’arte lucana, il suo ruolo chiave nel condizionare uno stile che ha poi portato alla nascita di una vera tradizione barocca in Basilicata, rende Palazzo Medici la sede espositiva ideale per questa mostra. La mostra “Splendori del barocco defilato” è stata presentata alla stampa nella mattina di venerdì 23 luglio, in sala Fallaci a Palazzo Medici, alla presenza dell’assessore al Turismo della Provincia di Firenze, Giacomo Billi, della curatrice dell’esposizione, Elisa Acanfora, e del Soprintendente per i Beni Storici, artistici ed Etnoantropologici della Puglia, Fabrizio Vona. Con dipinti, disegni e sculture lignee, opere sconosciute al grande pubblico, poiché mai uscite dalla regione, l’esposizione di Palazzo Medici rappresenta il consuntivo più aggiornato dell’attività di ricerca promossa negli ultimi anni dall’ateneo lucano attraverso un capillare lavoro di studio sul territorio; sono stati così riuniti capolavori disseminati nei vari comuni, custoditi nelle chiese, nei musei o recuperati dai depositi. Il nome della mostra prende spunto da un breve racconto di Ermanno Olmi apparso sul Sole 24 Ore, che durante una visita nella città di Altamura, vicino a Matera, rimase sorpreso e commosso per i valori umani e civili di questa “Italia defilata”.
L’espressione poetica del regista consente di inquadrare bene una stagione artistica particolarmente florida per la Basilicata e i suoi immediati confini, ma che rimase ed è rimasta “defilata” rispetto alla produzione barocca delle grandi capitali. Una situazione defilata dunque, e non periferica, fu il terreno fertile per il proliferare di un’attività artistica rispondente alle caratteristiche del territorio. Una marginalità geografica che consentì una particolare libertà e anche bizzarria espressiva, impensabili nella cultura aulica dei grandi centri che, come Roma, Firenze e Napoli, erano saldamente organizzati intorno alle corti e alle accademie.
La ricchezza e la qualità delle opere ritrovate attestano per la Basilicata un’età d’oro del mecenatismo tra il tardo barocco e il secolo dei Lumi, che ne restituiscono così un’immagine non convenzionale e inedita. 49 in tutto i pezzi in mostra, tra cui figurano opere restaurate per l’occasione, e capolavori di artisti dell’entourage di Luca Giordano e di Francesco Solimena, quale Francesco De Mura, tra i più alti interpreti della scuola napoletana, che influenzarono fortemente la cultura figurativa lucana. Spiccano per fama due tra le opere più apprezzate di Gaspare Traversi: il "Suonatore di mandola" e il "Ragazzo con fiasco di vino e bicchiere".
Presente con una sua opera anche Abraham Brueghel (pronipote di Peter Brueghel il Vecchio) tra i maggiori pittori di natura morta del barocco napoletano. Quanto alla produzione plastica, è stata privilegiata la scultura lignea (3 le opere di Giacomo Colombo esposte), perché particolarmente rappresentativa nell’arte della regione, che risulterà una vera e propria scoperta. I pezzi scelti sono quasi tutti di paternità sicura, corredati della firma e, molto spesso, anche della data. Una scelta operata per dare la possibilità di accedere a dati certi, appena recuperati, che potranno costituire punti fermi per ogni ricerca futura. Accanto alla produzione degli scultori napoletani per la Basilicata si aggiunge l’attività, sinora sconosciuta, degli scultori pugliesi nella regione lucana, e quella, finalmente riportata in luce sul territorio, degli scultori di origine lucana, di cui si presenta l’Immacolata di Donato Fortunato, uno degli artisti ora recuperati.
Splendori del barocco defilato Arte in Basilicata e ai suoi confini da Luca Giordano al Settecento Firenze, Palazzo Medici Riccardi 24 luglio – 5 settembre 2010