Abiti che sensibilizzano chi li utilizza sull'inquinamento acustico ambientale; accessori che inducono persone che non si conoscono a condividere energia elettrica per ricaricare i propri dispositivi elettronici; pigiami che mettono amanti momentaneamente lontani in contatto fisico per condividere il sonno notturno; gioielli che proiettano elementi decorativi luminosi sul corpo di chi li indossa, infrangendo il proprio confine fisico e materiale; tute che memorizzano graficamente sul proprio tessuto movimenti ed esperienze degli user, raccontandone la storia, analogamente alla pelle del nostro corpo; cicatrici elettroniche che segnano gli abiti su cui si incistano e permettono di condividere il battito cardiaco delle persone con cui si divide uno spazio.
Sono tutti esempi della cosiddetta metamorphic fashion, prodotti indossabili che agiscono nelle varie sfere che circondano l'essere umano: quella intima, quella fisica, quella sociale e quella virtuale. E sono molti altri i prototipi tra arte, tecnologia e fantascienza illustrati in Metamorfosi (ed. Polistampa, pp. 200, euro 32, testi in italiano e inglese). Il volume, nato da uno studio dell'Università di Firenze e curato dagli esperti di design Elisabetta Cianfanelli e Stoffel Kuenen, propone un framework di collaborazione tra industria e università, tra commercio e ricerca, in cui la cultura storica contribuisce a delineare il futuro, tramite l'utilizzo di strumenti e materiali che le tecnologie digitali sono in grado di fornire.
Il libro descrive inoltre il sistema moda italiano, come esempio di settore in cui cultura del progetto, il saper fare e l'alta qualità, costituiscono un terreno fertile per applicare le più recenti tecnologie, secondo una prospettiva human-centered, in tutti i livelli della catena di produzione, che spaziano dagli aspetti strategici ai processi e metodi di produzione, dai materiali utilizzati alle strategie sostenibili.
