“Sorprendente è stato leggere i verbali dei sopralluoghi di Arpat nei cantieri di Campo di Marte dell’Alta Velocità – afferma Tommaso Grassi, consigliere comunale del gruppo Spini per Firenze – Ci siamo resi conto che sarebbe necessario rendere più veloci ed efficaci, nell’interesse della salvaguardia e della tutela della salute dei fiorentini, le modalità e i tempi con cui gli esiti dei controlli si trasformano in atti concreti degli enti competenti”. “Nei due casi dei sopralluoghi al cantiere di Campo di Marte le cui lavorazioni, non sono solo delle opere propedeutiche ma anche per la realizzazione del pozzo lancia fresa - aggiunge - possiamo constatare come Arpat, effettua, seppur in grosse difficoltà dovute alla mancanza di personale, i sopralluoghi rilevando talvolta irregolarità, ma che il Comune, a causa anche delle procedure burocratiche, solo dopo un mese adotta i provvedimenti che ritiene necessari.
Alla fine del mese di maggio Arpat, ha segnalato al Comune e all’Osservatorio Ambientale che nonostante i macchinari fossero non attivi, aveva verificato la presenza di macchinari i cui livelli di rumore superano le prescrizioni e che neppure comparivano nell’elenco, trasmesso all’Osservatorio, delle macchine autorizzate alle lavorazioni, e che i lavori del pozzo lancia frese, non rientrando nelle opere propedeutiche, non potevano essere considerate lavorazioni per cui far valere le deroghe del Comune finora rilasciate.
Sottolineato ciò, Arpat faceva presente al Comune la necessità di diffidare Nodavia ad effettuare lavorazioni diverse da quelle autorizzate in deroga, e richiedeva all’Osservatorio di adoperarsi affinché non faccesse utilizzare macchinari non conformi alle prescrizioni e non effettuasse lavorazioni non previste ancora nel piano ambientale di cantierizzazione, che risultava ancora da presentare. Sottolineiamo che in merito a questi rilievi né il Comune né l’Osservatorio hanno provveduto ad adottare provvedimenti amministrativi o sanzionatori per garantire il rispetto delle norme”. “In un successivo sopralluogo dell’11 giugno - dice ancora Grassi - Arpat ha inviato nuovamente una lettera al Comune rilevando che ha potuto verificare che le macchine, ferme nello scorso sopralluogo, adesso erano in funzione e se utilizzate per un periodo di 5 ore avrebbero creato un superamento dei limiti concessi di rumore sui ricettori più alti di 10 metri e suggeriva al Comune di inibire parzialmente l’attività dei macchinari, limitando le lavorazioni ad un massimo di 5 ore su un arco di apertura del cantiere di 16 ore: impensabile che questo possa essere stato rispettato, visto le segnalazioni dei residenti.
Solo ieri 9 luglio, a distanza di quasi un mese, il Comune ha emesso un atto, solo di diffida e non di inibizione, alla ditta Nodavia per il rispetto dei limiti”. “Chiederemo lunedì in Consiglio - conclude Grassi - quale sia l’orientamento del Comune di fronte alle segnalazioni di Arpat, come mai dopo il primo verbale di Arpat, il Comune non abbia adottato nessun atto, nell’interesse della collettività, e come mai dopo il secondo verbale ci si limita a diffidare la ditta, quando ci sarebbero tutti gli estremi per provvedimenti di tutt’altra entità.
Intendiamo chiarire inoltre se la realizzazione dei diaframmi è stata autorizzata, se è stato presentato il piano di cantierizzazione e come possa il Comune controllare la coerenza con il progetto strutturale se questo non è in suo possesso. E’ quindi necessario, considerando grave che presumibilmente per un mese le lavorazione al Campo di Marte siano state effettuate sforando per 11 ore al giorno i limiti imposti dalle prescrizioni: il Comune e gli altri enti deve poter agire meglio, prima e controllando attivamente non solo monitorando la situazione passivamente.
Nel Consiglio di lunedì, quindi presenteremo delle nostre proposte che speriamo siano accolte e approvate favorevolmente dagli altri gruppi”. (lb)