Piano strutturale: e la città storica?

Parcheggi nelle piazze, circonvallazioni, aree dismesse: ecco i deficit. La posizione di Legambiente

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 luglio 2010 14:34
Piano strutturale: e la città storica?

Firenze, 1 luglio 2010- Nei documenti che precedono il nuovo Piano Strutturale, la città storica è la grande assente, come del resto nel vecchio piano Domenici-Biagi, mai approvato. Lo denuncia la capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo insieme agli urbanisti/attivisti Ilaria Agostini e Daniele Vannetiello. "Nonostante il valore storico-culturale riconosciuto universalmente alla città di Firenze e sottolineato dalla nomina, prestigiosa quanto ignorata, di “patrimonio dell’umanità Unesco”, manca a Firenze un piano particolareggiato per il centro storico, i borghi fuori le mura e i centri minori.

In assenza di una ragionevole strategia complessiva di recupero, manutenzione e tutela della città, da decenni si agisce nel tessuto storico con una sommatoria di interventi, mal pianificati e mal programmati." "Sembrano andare in questa direzione anche le indicazioni di piano del Sindaco Renzi - hanno detto De Zordo, Agostini e Vannetiello, che sono attente al restyling del singolo elemento ma mancano di una visione complessiva. Tra queste emergono per disorganicità: lo schieramento di parcheggi interrati (su cui non nascerà più nessun albero) che stravolge le piazze centrali privatizzandone il sottosuolo; il previsto pedaggio della passeggiata del viale dei Colli che costringe i cittadini al transito in circonvallazioni sotterranee, assolutamente mute dal punto di vista patrimoniale-memoriale; o la gamma di destinazioni d’uso, tutte possibili quanto aleatorie, proposte per i grandi edifici dismessi." Una proposta la lancia anche Legambiente.

"Sul versante metodologico, l’abbiamo già detto -spiegano dall'associazione ambientalista- ci aspettiamo che tra regione ed enti locali vi sia leale collaborazione e pianificazione d’area vasta. Sul piano dei contenuti, la nostra speranza è che il Parco della Piana possa diventare davvero l’elemento ordinatore dell’intera pianificazione metropolitana e che il sistema della mobilità sia irrorato virtuosamente dalla metroferrotramvia, oltre che dalla prevista rete ciclopedonale.

Tutte condizioni queste, essenziali per noi per declinare lo sviluppo sostenibile locale".

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