"Non abbiamo mai nascosto in questi anni le nostre perplessità sulla localizzazione della stazione dell’alta velocità agli ex Macelli -spiega il consigliere regionale Marco Carraresi (Udc)- Un’avversione motivata da questioni principalmente di carattere urbanistico e trasportistico, ma anche di carattere finanziario per i costi enormi di una simile realizzazione. Purtroppo una scarsa trasparenza hanno caratterizzato da sempre le scelte sulla questione del sottoattraversamento e della nuova stazione AV.
Un modo di agire che continua a ripetersi anche in questi giorni per quanto attiene la scelta del sistema di collegamento fra la futura stazione AV e quella storica di Santa Maria Novella. Un aspetto, quest’ultimo, niente affatto secondario nell’intera vicenda, visto che la cosiddetta contiguità-centralità di Santa Maria Novella è sempre stata la motivazione fondamentale accampata da coloro che, in questi quindici anni, hanno sostenuto la bontà della localizzazione della nuova stazione nell’area degli ex Macelli.
Invece dopo anni di discussione ci si accorge improvvisamente che una questione fondamentale –quella della scelta del sistema di collegamento, il cosiddetto servizio spola tra Santa Maria Novella e Stazione AV area Belfiore, è tutto fuorché definito. E la recente conferenza preliminare dei servizi si è conclusa di fatto senza definire la scelta finale, perché tutte le soluzioni inizialmente presentate sono ancora sul tappeto. Soprattutto senza che siano state definite né le caratteristiche operative (uno o due rotabili ferroviari oppure un people mover con una/due navette con traino a fune) né chi sarà il soggetto a cui competerà la gestione e la manutenzione.
Ed è evidente che in assenza di un idoneo sistema di collegamento dedicato, capace di trasferire fra le due stazioni almeno 400/500 passeggeri ogni 5/10 minuti, verrebbe a cadere la ragione stessa di localizzare la nuova stazione AV agli ex Macelli. Comprensibile e condivisibile è stata quindi la scelta del Comune di Firenze di esprimere –nella Conferenza dei servizi che si è chiusa pochi giorni fa- un parere sospensivo sull’idea di collegamento fra le due stazioni a causa della incompletezza degli elaborati del progetto preliminare. E’ evidente che in futuro il comportamento dei vertici ferroviari dovrà cambiare profondamente, così come dovrà essere più stringente ed efficace l’azione di monitoraggio e di controllo da parte degli altri soggetti pubblici coinvolti nell’opera in quanto cofirmatari.
Prima fra tutti, ovviamente, la Regione Toscana. Che sarà chiamata a rispondere nella seduta consiliare di mercoledì prossimo ad una interrogazione sulle questioni ancora aperte nella vicenda del nodo fiorentino dell’Alta velocità ferroviaria". Risale al 20 luglio del 2009 la prima richiesta inviata dall’associazione di cittadini Idra al direttore generale della ASL 10 di Firenze ing. Luigi Marroni, perché siano resi pubblici i contenuti di due studi realizzati dall’ASL (uno dei quali in collaborazione con l’ARPAT) per la sorveglianza e il monitoraggio ambientale-sanitario dei cantieri delle grandi infrastrutture di trasporto pubblico nel capoluogo toscano.
Datati rispettivamente 2000 e 2001, sono la prima e unica risposta che le istituzioni deputate alla tutela della salute e dell’ambiente hanno potuto produrre per far fronte alle emergenze in arrivo. Risposta unica in quanto nessuna istituzione pubblica, né locale né centrale, si è data cura di raccogliere le indicazioni di ASL e ARPAT, e gli interventi di tutela proposti sono rimasti scandalosamente lettera morta: nessun finanziamento risulta essere stato mai loro accordato.
10 anni più tardi, dopo la conclusione del cantiere ‘infinito’ per la linea 1 della tramvia e mentre sono da tempo avviate – non senza problemi e interruzioni - le attività per la terza corsia A1, sono partite anche le pesanti opere propedeutiche per lo scavo dei due tunnel e della stazione ‘subacquea’ TAV in prossimità del torrente Mugnone. Ma non è stato ancora possibile ricevere una copia dei quei due rapporti, che Idra intende mettere a disposizione del dibattito sul Piano Strutturale del Comune di Firenze, del sindaco Matteo Renzi e del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.
Eppure, all’inizio di giugno, il direttore del Dipartimento Prevenzione della ASL 10 dott. Giuseppe Petrioli aveva annunciato l’imminente trasmissione di quegli atti. “Gradiremmo conoscere i motivi di tale ulteriore ritardo, scrive oggi il portavoce di Idra al dott. Petrioli, particolarmente detestabile nel delicato contesto attuale, in quanto è in corso un dibattito ampio e approfondito in città sulle conseguenze che è legittimo attendersi dall'attuazione del progetto di sottoattraversamento TAV di Firenze, le cui opere propedeutiche sono peraltro già in corso con impatti importanti, a quanto descrivono le cronache”. Nella nota, inviata per conoscenza anche al Direttore generale ing.
Luigi Marroni e al ministro della Salute prof. Ferruccio Fazio, Idra chiede spiegazioni: “Le saremo grati se Ella ci indicherà i motivi di questo reiterato ritardo e i soggetti ai quali sono eventualmente riconducibili le responsabilità del clamoroso ostruzionismo informativo che continua a registrarsi a dispetto del dovere delle istituzioni - e del diritto dei cittadini - alla trasparenza”.