“La questione del nuovo Teatro è nel mirino della magistratura. Oltre all’annullamento del TAR, del quale attendiamo tutti di conoscere le motivazioni, pende anche lo spettro della nullità ai sensi dell’art. 253 dlgs. 163/2006, che potrebbe comportare, qualora uno degli interessati, ovvero una delle ditte partecipanti alla gara avviasse la procedura, l’azzeramento “ex tunc” del contratto. Di conseguenza la ditta dovrebbe cessare i lavori. Per questo insisto che sospendere i lavori sarebbe una questione di prudenza amministrativa.
Poiché il vicesindaco Nardella continua a eludere ed equivocare le mie domande, ho convocato personalità di spicco e al di sopra delle parti per far conoscere alla città le loro opinioni”. Lo ha dichiarato Mario Razzanelli, sostenitore del Maggio Musicale Fiorentino, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina presso il Caffè Giubbe Rosse a Firenze. Sono intervenuti: Stefano Merlini, ex sovrintendente del Maggio: il maestro Bruno Bartoletti, direttore artistico del Maggio dal 1985 al 1991; Giovanni Pallanti, già vicesindaco di Firenze e membro per otto anni del CdA della Fondazione del Maggio; la professoressa Mina Gregori, storica dell’arte di fama internazionale; Alberto Batisti, critico musicale e direttore artistico del Teatro Verdi di Pisa.
Erano presenti, inoltre, le rappresentanze sindacali di Cgil-Slc, Uil, Fials, Cisl. Oltre ad illustrare le motivazioni del ricorso della Gia.Fi, Razzanelli ha presentato le foto dei progetti dell’Archea e di Isozaki, messi a raffronto di quello della SAC. “Per quanto riguarda la sala grande – spiega Razzanelli – che è l’anima di un teatro, SAC perde la partita: i due progetti alternativi sono decisamente migliori”. Razzanelli punta il dito contro la precedente amministrazione comunale, guidata da Leonardo Domenici, e coinvolge anche l’attuale vicesindaco Dario Nardella.
“Nella precedente consiliatura – spiega Razzanelli – Nardella era presidente della Commissione Cultura e quindi aveva rapporti con Salvo Nastasi, uomo chiave di tutta la vicenda nei molteplici ruoli da lui ricoperti: prima commissario del Maggio e infine presidente della Commissione giudicante che è stata in grado di decidere in soli dieci giorni le sorti di un’opera come il Parco della Musica”. Tutti partecipanti, inclusi i rappresentanti dei sindacati, hanno sottolineato la necessità di rilanciare il Festival Maggio che sta declinando pericolosamente, come ha spiegato Stefano Merlini. “Non potevo accettare passivamente – afferma Merlini – di assistere all’attuale stato di decadenza del Maggio, un declino che, fra l’altro, ha consentito al governo di presentare all’inizio di febbraio una bozza di decreto legge, anche se poi provvisoriamente ritirato, che salvava il ruolo nazionale solo della Scala e dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma, relegando di fatto il Maggio alla stregua di un teatro di dimensioni regionali se non di provincia.
La progressiva riduzione della produttività ha causato una corrispondente diminuzione dei contributi statali, minori incassi e un netto calo dei contribuiti dei privati, che sono stati infine esclusi anche dal CdA. Per non parlare del mancato decollo del comitato di fund raising, che dopo roboanti annunci da parte di Nastasi è rimasto solo sulla carta”. Secondo Giovanni Pallanti tale declino può essere arrestato solo rimuovendo coloro che hanno causato tale dissesto. “Il maggior responsabile di tale sfascio – dichiara Pallanti – è senza dubbio Salvatore Nastasi il quale, d’intesa con Domenici, è stato il filo conduttore di tutta questa vicenda nelle sue varie fasi.
Nastasi ha contribuito alla nomina di Giambrone come sovrintendente. È il momento che Giambrone se ne vada”. Una svolta nella gestione del Maggio è stata invocata anche da Alberto Batisti. “I fiorentini – ha detto Batisti – sono stati esclusi del tutto dalla gestione, dalle scelte e in generale dalla vita del teatro. Dobbiamo restituire il Maggio alla cultura fiorentina”. In particolare, i presenti hanno espressi giudizi severi sul modo nel quale è stata gestita la gara d’appalto per la costruzione del nuovo Auditorium. Forti critiche al riguardo sono espresse dal maestro Bruno Bartoletti.
“Mi chiedo perché – dichiara Bartoletti – la città sia stata tenuta all’oscuro di tale progetto e perché a tale bando non abbiamo partecipato i più grandi architetti del mondo. Tutto ciò è inaccettabile per una città come Firenze, una delle più belle e più ricche di cultura del mondo intero”. Anche Mina Gregori ha espresso perplessità sul nuovo Auditorium. “Dopo avere visto le foto del progetto dichiarato vincitore penso che questo sia veramente di qualità mediocre, specialmente se paragonato a quelli dell’Archea e di Isozaki, che oggi Razzanelli mi ha permesso per la prima volta di vedere”. Razzanelli ha infine annunciato che organizzerà un convegno, a cui hanno già aderito i partecipanti alla conferenza odierna compresi i sindacati, per illustrare alla città la situazione del Maggio Fiorentino, del suo Festival, nonché del Parco della Musica.