Firenze 22 giugno 2010- La manifestazione, che si terrà domani a Roma. Per una manovra più equa e sostenibile è questo lo slogan della protesta prevista per le 12 di fronte alla sede del Senato, promossa anche dall'Unione Comuni italiani e dall'Unione Province, per contestare i tagli imposti dal Governo ai bilanci degli enti locali dal decreto legge 78/2010 e per riaffermare la necessità di rivedere la manovra e i vincoli imposti a Province e Comuni. Nell'ordine del giorno votato proprio dal direttivo dell'Upi si sottolinea che le Province in questi anni hanno contribuito al risanamento della finanza pubblica con il contenimento delle spese correnti e di investimento in un contesto negativo dell’economia e dei conti pubblici del Paese che ha visto ridotte anche le entrate proprie, che e sono pronte a dare ancora il loro contributo allo sforzo che il Governo sta chiedendo, ma a loro volta chiedono interventi sostenibili.
Alle Province nella manovra triennale è già stato chiesto di migliorare i saldi finanziari di 1 miliardo di euro, la manovra finanziaria aggiunge ora un taglio di trasferimenti correnti per 300 milioni di euro nel 2011 e di 500 milioni per 2012-2013. Su 24 miliardi di manovra oltre 15 sono a carico degli enti territoriali, senza contare gli esiti dei tagli di oltre 4 miliardi di euro a carico delle Regioni, la principale fonte di trasferimenti per l’esercizio delle funzioni trasferite e delegate.
La manovra dunque è pesante -conclude il documento - e avrà ripercussioni sui servizi ai cittadini e alle imprese. Le Province chiedono un intervento ridotto nell’importo complessivo e soprattutto riconsiderato all’interno del patto di stabilità interno per salvaguardare gli investimenti nei delicati settori dell’edilizia scolastica, della viabilità e del rischio idrogeologico. La manovra finanziaria varata dal Governo rappresenta una miscela esplosiva che rischia di minare profondamente il sistema degli enti locali.
E’ grido d’allarme lanciato da Upi Toscana alla vigilia della manifestazione in programma domani a Roma. “Si tratta di un provvedimento fortemente squilibrato – sottolinea Andrea Pieroni, Presidente di Upi Toscana –: dei 25 miliardi di risparmi previsti oltre 15 sono a carico di Regioni ed enti locali. Siamo di fronte a un’aperta violazione della Costituzione se è vero, com’ è vero, che il peso dei sacrifici non viene ripartito in maniera equanime”. A generare preoccupazione sono i tagli operati in un quadro sostanzialmente invariato dell’attribuzione di funzioni e competenze.
“Per questo – prosegue Pieroni – siamo di fronte a un atto devastante: il taglio del 40% dei trasferimenti statali peserà per 15 milioni sulle casse delle Province della Toscana, mentre i tagli sulle Regioni implicheranno altri 100 milioni di mancate entrate per le nostre amministrazioni provinciali che lavorano moltissimo su materie delegate proprio dalle Regioni. Se la situazione non dovesse cambiare gli effetti dei tagli saranno presto visibili: verranno compromessi i servizi per il trasporto pubblico locale, quelli a sostegno dell’occupazione e della formazione professionale, non avremo più risorse per garantire la sicurezza e la funzionalità degli edifici scolastici, sarà impossibile operare per la difesa del suolo e del territorio e prevenire alluvioni e dissesto idrogeologico”.
A completare il quadro il perdurare della riduzione delle entrate correnti e i vincoli del Patto di stabilità, adesso ancora più stretti. “Avremo ancora più problemi per pagare le imprese che lavorano per noi – conclude Pieroni – indipendentemente dal fatto che i nostri conti siano a posto o meno. Un fatto gravissimo in un momento particolarmente delicato come quello che stiamo attraversando”. “Siamo di fronte ad una situazione gravissima – attacca Andrea Barducci, Presidente della Provincia di Firenze e membro della Presidenza nazionale dell’Upi -, provocata da una precisa strategia del Governo che adotta questa manovra economica perché vuole arrivare al 2013 con le autonomie locali in ginocchio.
I cosiddetti tagli ai costi della politica in realtà rappresentano un cortina fumogena per mascherare il vero taglio dei servizi che graveranno sui cittadini”. Al fine di risolvere le problematiche determinate dal Patto di Stabilità e ed alleviare le difficoltà che potrebbero incontrare le imprese fornitrici del Comune di Fucecchio in relazione allo slittamento dei tempi di pagamento per gli investimenti, l’amministrazione comunale ha raggiunto un accordo con quattro istituti di credito presenti in città.
L’accordo prevede la cessione di credito da parte di imprese fornitrici a favore di banche o intermediari finanziari. L’accordo è stato siglato con Cassa di Risparmio di San Miniato, Cassa di Risparmio di Firenze, Banca Popolare di Lajatico e Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Tali banche hanno così accettato di anticipare i pagamenti alle imprese in credito con la ragioneria comunale. Il Comune di Fucecchio auspica che anche altri istituti bancari possano in futuro aderire a questa iniziativa.