Ora, che al posto del decreto legge c’è un vero e proprio disegno che lascia un po’ di tempo e spazio per proporre alternative, il Consiglio comunale fiorentino si è attivato per un incontro straordinario nel quale dibattetere il tema. “Quale futuro per gli istituti culturali fiorentini alla luce delle nuove urgenti misure in materia finanziaria all’esame del Parlamento”. Presenti 12 sui 17 istituti invitati ad esser presenti al dibattito che vede, oltre ai consiglieri, gli assessori. "Una discussione molto importante – ha ripetuto il presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani - il fatto che la riduzione dei finanziamenti non sia più nel decreto legge in termini d’urgenze, lascia un margine di lavoro per pensare a come inserire nel disegno di legge misure di agevolazione per gli istituti culturali.
Ad esempio la devoluzione del 5 per mille, sistemi di defiscalizzazione per chi fa donazioni nei confronti di queste istituzioni. Sarà un dibattito oltre la logica dei tagli, ma costruttivo e il confronto è quindi necessario per arrivare a soluzioni efficaci”. "Noi abbiamo molte istituzioni culturali - ha aggiunto Giani - che vedono il loro bilancio dipendente dalle scelte di Governo, d'altra parte la cultura non è commercio deve essere sostenuta. I tagli consistenti metterebbero in ginocchio le attività fiorentine - ha proseguito - non si sarebbe potuto dare il via al bellissimo Museo Galilei ad esempio, inaugurato lo scorso 10 giugno.
Noi ci troviamo a dover dare risposte a queste sollecitazioni; se un privato cittadino decide di contribuire al sostentamento di una realtà culturale - conclude - queste donazioni dovrebbero essere defiscalizzate, per volontà, per vocazione, per premiare il senso di appartenenza" Mina Gregori, critica d'arte di fama internazionale e presidente della Fondazione Longhi ha ricordato quanto sia importante Firenze all'interno del circuito europeo, dove ricopre un ruolo baricentrico per tanti borsisti che poi vanno ad operare nelle località più importanti dell'arte e della cultura mondiali. "Sono pronta ad andare con il piattino a chiedere l'elemosina - ha detto - perché non possiamo sparire, io mi batterò perché questo non accada, la nostra cultura è quella, come Francia e Germania, in cui lo Stato si attiva per sostenere il programma culturale, il modello anglosassone non fa parte del nostro bagaglio genetico" Presente anche il senatore del Pdl Paolo Amato che ha dichiarato ad inizio seduta: "Sì, comprendo, il problema c'è, ma i soldi non ci sono, non è più il tempo in cui si può dare aiuto a tutti, occorre scegliere, dobbiamo dare atto al Ministro Bondi di aver aperto questa strada del poter valutare, poter scegliere ed è una cosa che dobbiamo fare assieme, anche come amministratori locali, però vi dico che siamo in una situazione in cui sono arrivate richieste da parte di tutti per tutti i soggetti interessati e questo non è possibile". Risponde la senatrice Vittoria Franco del Pd: "Questo Governo ha paura della cultura perché la cultura sviluppa il senso critico, quindi la cultura deve essere abbattuta - ha detto - stiamo difendendo un principio costituzionale.
Firenze e la Toscana - ha poi continuato - proprio perché ricche di realtà culturali saranno le più colpite da questo provvedimento, la destra fiorentina in Senato non è intervenuta neanche sul Maggio quando ha avuto modo di farlo". AL Nell'immagine, d'archivio, una momento della protesta delle Fondazioni Lirico Sinfoniche svoltasi a Roma lo scorso maggio.