Sono diventati 37 i vini toscani doc (denominazione di origine controllata), che si aggiungono ai 7 docg (denominazione origine controllata e garantita) e ai 6 vini igp ( indicazione geografica protetta). Dal 14 giugno, con la pubblicazione della nuova denominazione sulla Gazzetta Ufficiale e l'approvazione del relativo disciplinare di produzione, si è infatti aggiunto il “Grance Senesi”. Un vino che arriva a questo importante traguardo dopo la richiesta di riconoscimento, avanzata il 28 dicembre 2007 da parte dell'associazione promotrice, al Comitato Nazionale Vini e alla Regione Toscana.
La zona di produzione, particolarmente vocata alla coltivazione della vite, si estende nella parte sud – est della Provincia di Siena e comprende interamente quattro comuni delle Crete Senesi: Rapolano, Murlo, Asciano e Monteroni d'Arbia e in parte quello di Sovicille, per un totale di circa 1000 ettari di vigneti. Un territorio completamente circondato da aree dove vengono prodotti importanti vini come il Chianti Classico, il Brunello di Montalcino e il Nobile di Montepulciano, e che si sovrappone, in piccola parte, alla zona di produzione del vino docg Chianti Colli Senesi e il doc Val d'Arbia.
Il termine “Grance” appare in molti documenti del 1300 negli estimi dell’Abbazia di Monte Oliveto ed identificava una sorta di fattorie fortificate poste a capo di vaste tenute agrarie che gestivano i cospicui possedimenti terrieri dello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena. La nuova denominazione prevede nove diverse tipologie di prodotto a cui si aggiunge la menzione riserva per il vino rosso. Cinque di queste riportano l’indicazione del vitigno in etichetta (canaiolo, sangiovese, merlot, cabernet sauvignon e malvasia bianca lunga).
Il sangiovese è sicuramente il vitigno più coltivato nella zona e molto probabilmente rappresenterà il maggior quantitativo di prodotto della neonata denominazione (nelle tipologie previste: rosso, rosso riserva e sangiovese varietale). Il disciplinare proposto soddisfa la tendenza più recente del mercato perché vengono affiancati ai vini più tipici (rosso e bianco) alcuni vini a base di un solo vitigno adatti sia al mercato interno che al mercato internazionale. La Regione Toscana si era espressa favorevolmente alla nuova doc già nel febbraio del 2008, auspicando l'accoglimento della richiesta da parte del Ministero."Abbiamo ritenuto importante valorizzare questa zona con una denominazione di origine – spiega l'assessore all'agricoltura Gianni Salvadori - perché rappresenta una garanzia per la qualità del prodotto e sancisce il suo legame con il territorio da cui trae origine anche sotto il profilo storico e culturale". di Fabrizio Lucarini