E così dopo i ragnetti rossi ecco arrivata, puntuale come ormai capita all'inizio dell'estate, la zanzara tigre. Forse un po' in ritardo, rispetto agli altri anni, ma è arrivata. Tanti cittadini se ne saranno già accorti. Normalmente già presente a partire da marzo, e che invece quest’anno, grazie alle temperature più basse rispetto alla media stagionale, ancora non era riuscita ad infastidirci. Invece, come in ogni estate che si rispetti, l’ospite indesiderata è tornata a trovarci.
Ecco quindi gli accorgimenti e i rimedi per combattere la zanzara tigre. “E’ indispensabile prima di tutto che i cittadini siano i primi 'disinfestatori' – spiega Simone Tofani, responsabile del Settore tecnico della Cooperativa Agricola di Legnaia -. Esistono degli accorgimenti che possiamo fare tutti noi, prestando particolare attenzione ad esempio a non fare ristagnare acqua nei sottovasi, non lasciare abbandonati recipienti o oggetti che permettono il ristagno dell’acqua, ad esempio barattoli o bacinelle; ma si possono anche acquistare dei pesci carnivori per le proprie fontane ornamentali o vasche, come le gambusie, che si nutrono delle larve”. Un antico rimedio è l’uso di piante repellenti come l’eucalipto e il geranio odoroso (pelargonium odoratissimum), che si riconosce per le sue foglie, anche variegate e delicatamente profumate di mela lo rendono molto gradevole, e i fiori di piccole dimensioni e di colore pallido. “Dove non è possibile eliminare i ristagni di acqua, ad esempio nei tombini o nelle griglie di raccolta delle acque piovane prosegue l’agronomo Tofani - si possono utilizzare insetticidi a basso impatto ambientale contro le larve, facilmente reperibili in commercio e che sono a base di thuringensis, sottoforma di pasticche effervescenti o in polvere bagnabile; oppure a base di piryproxifen, sostanza a bassissima tossicità verso gli altri organismi.
E’ opportuno ricordare che la lotta alla zanzara tigre deve iniziare dalle larve - che si nascondono in tombini, griglie di raccolta, copertoni usati, bacinelle e grondaie otturate - poiché è il metodo più efficace e meno dannoso per l’uomo e per l’ambiente”.