Il Fondo nazionale per la montagna previsto dalla legge n. 97/1994 sarà alimentato per il 2010 con 44.018.990,00 euro. Questo sulla carta, mentre si attende ancora che l’ammontare del Fondo montagna 2009, venga attribuito alle Regioni, per il finanziamento degli interventi di sviluppo delle Comunità montane. Questo perchè manca ancora l’approvazione della delibera CIPE di recepimento dei criteri di riparto, sui quali non risulta ancora essersi trovato accordo tra le Regioni medesime, alcune delle quali sono orientate a modificare detti parametri. Mentre si esaurisce la delibera per il tirennio 2008-2010, si pensa già al 2011.
Che succederà? La previsione dei trasferimenti erariali sul Fondo montagna per gli anni successivi va ora alimentata con la prossima legge finanziaria e di bilancio dello Stato. Ma, a quanto pare, non sono previste risorse da destinate al Fondo per la Montagna. “La finanziaria 2010 segna la fine dei finanziamenti statali alle Comunità montane - conferma Oreste Giurlani, presidente Uncem Toscana - ed è un segnale che da una parte traduce la fine di una politica nazionale per la montagna italiana, dall’altra ritaglia per le Regioni spazi di manovra più ampi nell’articolazione delle azioni a sostegno dello sviluppo del territorio”. L'azzeramento dei fondi alle Comunità montane da parte della Finanziaria 2010 è segno della miopia delle istituzioni, confermata dal percorso regionale verso l'Unione dei Comuni, che non può essere condiviso nella maniera più assoluta. “Azzerare i fondi per le Comunità Montane - sostiene Giurlani - significa azzerare la programmazione allo sviluppo in area montana e rinunciare ad una politica mirata allla specificità di questi territori''. Una delle prime battaglie sarà quella nei confronti del Governo per ottenere il ripristino dei fondi a favore della montagna, tra cui il “consolidato”. “Se ciò non avverrà - ha detto Giurlani - entro il 30 aprile, data di definizione dei bilanci, le Comunità montane rischiano grosso per mancanza di risorse e con esse i comuni aderenti.
Non è possibile - ha concluso Giurlani - che il Governo non veda il danno che ne potrà derivare all’economia di montagna e di conseguenza a quella nazionale”. Forse è il caso di ricordare al Governo che su 8.100 comuni il 52% si trovano in montagna e che su una popolazione di circa 59 milioni di abitanti ben 11 milioni vivono in montagna. “Bastano queste poche cifre per far capire quale ruolo svolge la montagna nell’economia complessiva del Paese” conclude Giurlani.