Il decreto legge ‘Enti locali’ non è stato condiviso, nei suoi contenuti, nè dall’Associazione dei Comuni Italiani, nè dall’Uncem. Da qui la richiesta di un confronto serio col Governo per trovare soluzioni adeguate. Ieri sera avevamo parlato del DL (agipress notizia n. 21007), riportando anche una dichiarazione di Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana, il quale faceva notare che “le decisioni relative al patto di stabilità, con il suo allentamento per quanto concerne i grandi eventi, erano limitative visto che vengono escluse questioni molto importani per i comuni di montagna quali le scuole, il sociale, giusto per citarne qualcuno.
A giudizio di Uncem - secondo Giurlani - il patto di stabilità andava allentato in riferimento a tutte le esigenze primarie delle popolazioni e delle imprese. E questa mattina arriva anche l’intervento di Enrico Borghi, presidente di Uncem nazionale. “Abbiamo attutito il danno con qualche significativa modifica ma l’impianto complessivo del decreto resta inaccettabile e soprattutto rimanda ad uno scenario privo di un disegno complessivo di riordino del sistema” dice Borghi, che aggiunge “stiamo parlando di democrazia locale cioè del modo in cui si organizzano e salvaguardano i diritti dei cittadini e dei territori.
Per questo non si può procedere a colpi di decreti né proseguire con logiche da ghigliottina. Alcuni contenuti del testo recepiscono le istanze dell’Uncem - competenze regionali in materia di Comunità montane, risorse attribuite a tutti i Comuni montani, soppressione degli Ato, concertazione in Conferenza Unificata - a riprova che le nostre proposte sono coerenti ad un impianto corretto di sistema. Occorre ora rilanciare il confronto con il Governo, considerato anche il fatto che restano aperte questioni importanti come il patto di stabilità, i fondi statali per i mutui delle Comunità montane e la copertura del personale assunto sulla base di leggi statali dagli enti montani”.