L'allestimento floreale del palcoscenico ha incorniciato l'orchestra; l'arrangiamento della sinfonia per piccola orchestra è stato ritoccato rispetto all'originale strumentale mahleriano e ridotto a ottavino, oboe, corno inglese, armonium, clarinetto, clarinetto basso, fagotto, corno, pianoforte, percussioni, archi (a parti reali o in ensemble) più il soprano. L'intento è quello di rendere fruibile la partitura anche in ambito cameristico. Mahler fu noto in vita specialmente per l'attività di direttore d'orchestra, la sua musica considerata invece a lungo come un susseguirsi di effetti sinfonici fini a se stessi sarà assunta nel repertorio concertistico sono negli anni Sessanta del Novecento.
Nato in Boemia nel 1860 viene ammesso al Conservatorio di Vienna all'età di quindici anni. A tanta distanza di tempo il pubblico, peraltro colto e rispettoso del 2010 che non ha mai applaudito nei momenti sbagliati evitando di interrompere la concentrazione dei musicisti nelle brevi pause e l'atmosfera generale creatasi, apprezza le sue composizioni. Un lungo applauso ha portato a quattro inchini da parte della cantante, del direttore e dell'orchestra. Unico difetto del pubblico è stata la mancanza di ragazzi e di gente molto giovane.
Di ciò, e lo dico da ventiduenne, me ne dispiaccio. Di certo è questione personale di gusti, per fortuna e giustamente non a tutti piacciono gli stessi generi musicali, ma vorrei sfatare il mito per il quale tanti giovani trovano la musica classica noiosa: sono convinta che la visione e l'ascolto di un concerto di musica classica ogni tanto non possa che essere un toccasana per le orecchie e per l'animo. Lezione di eleganza e raffinatezza, a partire dagli eleganti vestiti e frac dei suonatori, collega con l'armonico, col bello e col gentile, tutte qualità che necessitano di essere alquanto coltivate.
Senza parlare dell'entusiasmo e dell'impegno che gli orchestranti mettono nell'esecuzione, che trasmette ancor di più la magia melodica. Personalmente ho travato la Quarta Sinfonia rilassante, giunta a teatro con il mal di testa, ne sono uscita con la sgradevole sensazione di pesantezza al capo svanita. Immersa per tutta la durata del concerto nell'attenta partecipazione all'esecuzione musicale ho staccato il cervello da tutti i meri problemi della quotidianità per fare un tuffo tra note e spartiti che mi hanno condotta a fantasticare e ad apprezzare ulteriormente un lato positivo e buono nell'essere umano: la capacità di produrre musica e con questa la capacità di vivere le emozioni e di fare sognanti voli pindarici. Di Silvia Languasco