di Ornella De Zordo, perUnaltracittà - Gruppo Consiliare Comune di Firenze Sono ufficialmente 250 gli edifici classificati a rischio per i lavori del tunnel dell'Alta Velocità a Firenze. Ma sono le previsioni di chi, per compiacenza o incapacità, non è mai riuscito a prevedere nulla: dal disastro del Mugello ai danni di Bologna, la sottovalutazione dei rischi è una delle costanti dei lavori della TAV. Quindi non siamo per niente tranquilli, e non lo possono essere i fiorentini, che devono anche sapere che ottenere poi un risarcimento per i danni subiti comporterà anni di contenzioso. Oltre ai danni, avremo un decennio di cantieri devastanti, l'inquinamento alle stelle, la salute che se ne va.
Non si dica che si deve andare avanti con questo progetto per fare presto! Un'opera assolutamente inutile, che sarà pronta, se tutto va bene, intorno al 2020. Fino ad allora tutto il trasporto ferroviario fiorentino funzionerà peggio, mentre aggiungendo due binari in superficie, come indicato nel progetto alternativo messo a punto da un gruppo di studiosi e tecnici, in poco tempo e con una spesa 8 volte inferiore si avrebbe la stessa funzionalità dell'intero sistema. In un periodo come questo non si può non pensare al sottobosco di corruzione, speculazione e ladrocinio che sta emergendo dietro al sistema degli appalti pubblici: la logica del “fare”, che piace tanto anche in Toscana, senza trucco mostra il suo vero volto e appare logica dell'"affare".
Come per il G8 alla Maddalena, dove si sono buttati 500 milioni in opere faraoniche per tre giorni di vertice che poi non si è fatto, così a Firenze si spenderanno 2 o 3 miliardi per un tunnel inutile. L'importante è spendere, tanto sono soldi pubblici. Le informazioni su questo folle spreco vengono attentamente tenute sotto controllo, meno se ne sa e meglio è per chi è abituato a decidere senza un briciolo di trasparenza. Ma piano piano i fiorentini cominciano a prendere coscienza di quello che sta per succedere, e si moltiplicano i segnali di dissenso.
La lotta contro il tunnel non si arresta, come nel presidio di domattina al Ponte al Pino (ore 10,30), e anche perUnaltracittà si impegna nella diffusione di una corretta informazione. Per questo mercoledì 3 marzo, alle 16,30 in Palazzo Vecchio abbiamo invitato a parlare in un incontro pubblico esperti dell'università, il comitato contro il sottoattraversamento, e i genitori degli alunni delle due scuole messe a rischio dalla nuova Stazione.