La National Company of Ireland contagia il pubblico fiorentino del Teatro Verdi che batte mani e piedi per tenere il ritmo pulsante e incalzante della tradizione musicale irlandese, mischiata a jazz e ritmi latini contemporanei. In un’equa alternanza tra canzoni cantate dal vivo, esibizioni musicali dell’orchestra presente sul palco e pezzi danzati dal corpo di ballo, “Rhythm of the Dance” vuole essere una celebrazione della cultura irlandese. Dal debutto norvegese nel 1999, considerato promotore di una nuova era dell’intrattenimento, lo spettacolo è stato seguito da milioni di spettatori in 33 diversi paesi nei quali è stato mostrata l’influenza che i Celti hanno avuto sulla società irlandese.
Le performance si ispirano appunto al cammino dei Celti nel corso della storia, rievocando il viaggio di due clan in battaglia per la libertà. Combinando la danza tradizionale e contemporanea, si racconta una storia vecchia di mille anni con l’ausilio delle moderne tecnologie. L’originale scenografia, animata da abili giochi di luce, ha fatto da cornice all’esibizione ravvivata dai costumi svolazzanti e dai colori accesissimi non di certo sobri, ma allegri. La danza si svolge su una base ritmica rafforzata dall’uso dei tacchi, le gambe sono la parte del corpo più utilizzata in salti e veloci scambi di posizione; il busto rimane pressoché rigido e bloccato; le braccia scendono lungo i fianchi e si muovono solo per indicare la staffetta dei movimenti da un ballerino all’altro; le mani sono tenute a paletta.
Le coreografie sono suggestive per la sincronizzazione perfetta dei passi di gruppo, che rendono bene la coralità della danza. Il pubblico ha gradito richiedendo ben tre bis a chiusura dello spettacolo durato circa due ore. Produzione: Kieran Cavanagh. Musica: Karl Hession (considerato uno dei migliori produttori di musica tradizionale irlandese). Coreografia: Mark Tynan (ha iniziato a danzare a Dublino all’età di 3 anni, gode di riconoscimenti internazionali per la sua creatività). di Silvia Languasco