Quando ero piccola spesso i miei nonni mi portavano per i boschi, cercando di trasmettermi tutta la loro conoscenza in tema di erbe. Io mi tuffavo regolarmente sulle more, invece mia nonna mi faceva vedere di continuo quella o quell’altra erba, esplicandone uso e consumo. Ricordo che la prima volta che vidi la clematis vitalba era tutta aggrovigliata al ‘mio’ rovo di more. Cercai di liberare il povero arbusto, ma la lotta fu impari. Sennonché nonna mi apostrofò, facendomi notare che quella che io trattavo come un’erbaccia, era invece una prelibatezza e che avrei potuto assaggiare la famosa frittata con le vitalbe o ‘vitarbe’, detto in fiorentinaccio se l’avessi raccolta ‘a modo’. La cosa importante è ricordare che è sostanzialmente un’erba tossica della quale si devono prelevare solo i germogli e che la si trova abbarbicata agli alberi, intorno alla chioma o tra i rovi. I germogli o vitalbini devono essere scottati in acqua bollente per cinque minuti.
Poi si uniscono all’olio e l’aglio in una padella e si fanno saltare. Uova, sale e pepe. Questa frittata è bene farla cuocere a fuoco lento senza girarla. È un piatto molto particolare in realtà, benché la realizzazione sia davvero elementare. Il suo sapore ricorda il bosco, gli alberi, l’aria frizzante. È uno dei pochi modi per assaporare qualcosa di incontaminato. Godetevelo! Ingredienti per 4 persone
- 100-200 g di vitalbini
- 1 o 2 agli freschi
- 6 uova
- 2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
- sale e pepe