Firenze– Sull’aeroporto di Peretola e sul parere del Nucleo regionale di Via Master plan 2014-2019 il presidente della Giunta regionale Enrico Rossi ha anche risposto a un’interrogazione presentata da Tommaso Fattori e Paolo Sarti (Sì – Toscana a sinistra). Rossi ha precisato che, per quanto riguarda le carenze rilevate, esse riguardano i miglioramenti di carattere ambientale legati al maggior sviluppo lineare della pista rispetto a quanto previsto dal Pit, come pure quelle relative allo studio dell’inquinante Pm10.
Per quanto riguarda l’uso della pista, il presidente ha spiegato che la pista “avrà un esclusivo uso monodirezionale: tutti gli atterraggi avveranno da Prato verso Firenze, viceversa i decolli”. Unica eccezione le situazioni di emergenza, nel caso che l’aereo abbia necessità di riprendere quota. In questo caso “la procedura migliore prevede una risalita alla massima potenza in quota e un attraversamento di Firenze a quota elevata fino a Coverciano”. L’incidenza stimata di tali movimenti è di 16 nel 2018 e di 24 nel 2029. Ancora, il presidente ha ricordato che la promozione di un dibattito pubblico sull’opera sottoposta a Via non è stata accolta dall’Autorità per la garanzia e promozione della partecipazione e che al momento non vi sono le condizioni per valutare eventuali maggiori costi dell’opera.
“Siamo per procedere in maniera spedita, non si può a questo punto chiedere di tornare indietro su una questione già così ampiamente dibattuta. L’istruttoria degli uffici regionali si concluderà entro l’anno; ovviamente gli uffici devono poter lavorare in piena autonomia e libertà e deve essere garantito il massimo rispetto della delibera”. Lo ha detto il presidente della Giunta regionale Enrico Rossi, il quale questa mattina in Consiglio regionale è tornato sulla questione dell’aeroporto di Peretola. Rossi ha spiegato che il procedimento di valutazione di impatto ambientale sull’aeroporto di Firenze, di competenza del ministero dell’Ambiente, è stato avviato il 24 marzo 2015.
Nell’ambito di tale procedimento la Regione Toscana è chiamata ad esprimere parere. “Il Nucleo di valutazione regionale – ha detto il presidente – ha messo in evidenza carenze documentali significative, che non consentono l’espressione di un parere informato circa i possibili impatti ambientali, paesaggistici e sanitari negativi. Sono emersi tra l’altro profili di contrasto con l’integrazione al Pit”. Ma, ha proseguito Rossi, in data 4 settembre scorso, entro il termine di 45 giorni previsto per legge, “Enac ha fornito le integrazioni richieste.
Su tale materiale è ad oggi in corso un’istruttoria regionale, che dovrà concludersi entro 90 giorni con una specifica deliberazione della Giunta regionale”.
Tommaso Fattori si è detto “assolutamente non soddisfatto, anzi esterrefatto, della risposta del presidente”. Secondo Fattori “un Master plan è una cosa diversa da un progetto definitivo, e la legge prevede che la Via si faccia solo sui progetti definitivi. E’ contro la legge pensare che per fare una valutazione basti qualsiasi grado di progettazione”. Fattori si è detto inoltre preoccupato del fatto che non si riescano a stimare i costi e del fatto che le eccezioni previste all’uso monodirezionale della pista “non siano comunque poche”. Infine, il consigliere ha sottolineato che il processo partecipativo è richiesto dalla normativa europea.
“Chiediamo la moratoria sull’aeroporto: ci spettavamo una valutazione sul progetto definitivo e non questo grado di incertezza”. Così Giacomo Giannarelli (M5S), aprendo il dibattito sulla comunicazione del presidente della Giunta Enrico Rossi. E riallacciandosi al richiamo del Governatore sul rispetto degli atti, il consigliere si è chiesto “dove sia il rispetto del Pit”.
Da qui la presentazione della proposta di risoluzione del Movimento 5 stelle che, come illustrato dalla consigliera Irene Galletti (M5S), chiede il rispetto di quanto contenuto nel Pit, in particolare nell’allegato 5, in merito alla pista di 2000 metri. “Come si può disattendere una decisione – ha concluso – che ha visto combattere comitati e cittadini?”.
“Sconcertato di tutto” si è detto Manuel Vescovi (LN): “la valutazione di impatto ambientale doveva essere fatta prima, non possiamo andare a rivedere ciò che va contro al Pit”.
Leonardo Marras (PD), invitando a stare dentro la discussione e ognuno a riconoscere i propri limiti, ha sottolineato la portata del tema e quindi anche la strategia nazionale. In tale contesto ha illustrato la proposta di risoluzione del proprio gruppo: “chiediamo che il Consiglio regionale venga informato sulle valutazioni tecniche del Ministero e degli Uffici competenti, investendo direttamente la IV commissione consiliare”.
Tommaso Fattori (Sì – Toscana a sinistra) ha parlato di “situazione surreale”: “Invito il presidente Rossi ad andare avanti nel rispetto della legge, non con procedure di Via su bozze di progetto”. “Non spetta a questo Consiglio dire l’ultima parola sulla pista di 2000 o 2400 metri?”. E concludendo l’intervento, il consigliere ha invitato a non continuare ad “ingannare” i comitati, creando una frattura sempre più grande tra cittadini e istituzioni.
Paolo Sarti (Sì – Toscana a sinistra) si è chiesto come sia possibile “arrampicarsi sugli specchi e cercare di difendere un progetto indifendibile”. Solo uno spunto: perché pensare ad una nuova opera quando il Fosso Reale funziona bene?
Sul tema della salute ha insistito Andrea Quartini (M5S): “Noi non vogliamo la responsabilità di avvelenare la popolazione, questa responsabilità è in capo alla maggioranza”. Il consigliere ha ricordato, inoltre, che per la mancanza di personale nelle Asl in Toscana non si sta provvedendo a mappature epidemiologiche nelle diverse aree.
“Noi vigileremo su questo progetto, sul quale aleggia una gran confusione – ha affermato Elisa Montemagni (LN) – speriamo di arrivare ad una soluzione, ma i dubbi e le preoccupazioni sono molti”. Primo fra tutti l’impatto idraulico, in una regione interessata da forti eventi atmosferici.
Stefano Baccelli (PD) ha assicurato invece sul rispetto delle norme: “Il Ministero dell’Ambiente sta svolgendo valutazione di impatto ambientale sul Master plan e ciò sta nell’applicazione della legge”. “Vista la complessità della vicenda – ha annunciato – come commissione competente approfondiremo con le audizioni dei Sindaci”.
“Il problema è tutto in casa vostra – ha esordito Jacopo Alberti (LN), rivolgendosi al gruppo di maggioranza – sono nato nel 1972 e già si parlava di aeroporto, quando c’era ancora il Pci, volete finalmente dirci i vostri progetti?”.
Claudio Borghi (LN), annunciando il voto favorevole su entrambi gli atti, ha parlato di “progetto sbagliato e senza logica”; “ma poiché non spetta a me ridisegnare il tutto, trovo logico sia passare in IV commissione che chiedere il rispetto del Pit”.
“Allibito” dalla discussione si è detto Gabriele Bianchi (M5S): “non so cosa sia rimasto nel vostro partito della partecipazione dei comitati dei cittadini”.
Il dibattito si è quindi chiuso con la votazione sulle due proposte di risoluzione: quella del gruppo Pd è stata approvata mentre quella del Movimento 5 Stelle è stata respinta.
I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle commentano con stupore il voto del Partito Democratico in merito alla risoluzione M5S, presentata da Irene Galletti, eletta nel collegio di Pisa, sul nuovo aeroporto di Peretola, dove si richiedeva alla Giunta di attenersi in ogni sede al PIT votato dal PD stesso nella scorsa legislatura: “Il voto di oggi dei consiglieri PD è da sindrome bipolare: chiedevamo che sul Nuovo Aeroporto il PD rispettasse il PIT, voluto e votato dal PD stesso pochi mesi fa e hanno avuto il coraggio di bocciare l’atto. Il PIT indica chiari vincoli all’opera e riporta la necessità di Dibattito Pubblico per il nuovo aeroporto di Peretola, ovvero un processo partecipativo d’analisi del progetto che vada a favorire la consapevolezza dei cittadini e di tutti gli altri portatori d’interesse su qualcosa che cambiererebbe per sempre il posto dove risiedono o lavorano.
Oggi ci siamo sentiti dire che la lunghezza della pista sarà decisa dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in Conferenza dei servizi, che equivale a dire deciderà Renzi. Quindi Rossi sapeva tutto questo e quanto ha indicato nel PIT, con la pista a 2mila metri, è una promessa che potrebbe non mantenere? Delle due cose l’una: o Rossi sapeva e quindi era una farsa la sua opposizione o con scarsa intelligenza politica non aveva chiaro che le decisioni sarebbero passate comunque dal Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti e quindi lontano dalla Toscana, magari nella stanza di Renzi in pieno accordo con Riggio di ENAC. Il nostro atto diceva “Rossi difenda il PIT” oggi abbiamo capito che semplicemente non lo può fare.
E il fatto che tutto il PD abbia votato contro alla nostra risoluzione è un segnale chiaro che non vogliono rispettare le scelte che loro stessi hanno approvato. Dopo aver bocciato il dibattito pubblico, ora appaltato all’esterno la scelta della lunghezza della pista, ci chiediamo con terrore se alla fine saranno messe in dubbio anche le opere di mitigazione e la Valutazione di Impatto Sanitario. Anche il balletto delle cifre sui costi della nuova struttura - 126 milioni o 250? – rende l’idea del pressapochismo con cui si affronta quest’opera con impatti devastanti sulla Piana fiorentina e i suoi cittadini.
Siamo sempre stati contrari al nuovo aeroporto di Peretola, alla privatizzazione delle società di gestione e alla fusione e oltretutto oggi che chiediamo al PD semplicemente di rispettare le loro scelte ci dicono di no. Siamo esterrefatti di front e a questa sindrome bipolare del Partito Democratico le cui conseguenze ricadranno come sempre sui cittadini”.