Oltre 400 casi seguiti in meno di due anni di attività di cui 180 nel 2009. Ma anche percorsi formativi, interventi di supporto e decine di incontri con gli operatori. È questo il bilancio del servizio di supporto psicologico in seguito a incidenti stradali attivo dall’aprile 2007 presso il Dea (reparto terapia intensiva) dell’Azienda ospedaliera di Careggi.
Il resoconto dell’attività è stato illustrato oggi dall’assessore alle politiche sociosanitarie e presidente della Società della Salute Stefania Saccardi e dal direttore della Società della Salute Riccardo Poli. Erano presenti anche Laura Belloni, responsabile del Centro di riferimento regionale criticità relazionali dell’Azienda di Careggi, Graziano Lori in rappresentanza della Polizia Municipale, Valentina Borgogni presidente dell’Associazione Gabriele Borgogni e gli operatori impegnati nel servizio.
Gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di morte e uno dei principali motivi di invalidità per i giovani. Ogni anno in Toscana si verificano oltre 17.000 incidenti stradali con quasi 23.000 feriti e oltre 520 decessi (dati 2005 dell’Agenzia regionale di Sanità). E anche la situazione fiorentina non è rosea. Nel 2008 gli incidenti sono stati 4.559 con 14 morti e 4.175 feriti e dall’inizio dell’anno ad oggi si sono registrati 4.381 sinistri con 25 decessi e 3.940 feriti. “Si tratta di dati particolarmente preoccupanti e quindi ogni intervento possibile deve essere messo in campo sia dal punto di vista della prevenzione sia, nel caso in cui l’incidente sia già avvenuto, in quello del supporto e aiuto alle vittime e ai loro familiari – ha dichiarato l’assessore Saccardi –.
Perché superare il trauma successivo a un sinistro è difficile e poter contare su personale competente e su un percorso protetto e strutturato che prevede il supporto psicologico, sociale e assistenziale sia prima che durante che dopo il ricovero in ospedale diventa essenziale. Senza dimenticare poi gli operatori che ogni giorno sono a contatto con il dramma degli incidenti e che necessitano a loro volta di un sostegno psicologico. Questo servizio va in questa direzione e il lavoro effettuato rappresenta un risultato particolarmente significativo.
Pertanto proseguiremo anche l’anno prossimo”. “Come operatori impegnati nel servizio crediamo fortemente in questo progetto – ha aggiunto Laura Belloni – che costituisce un ottimo esempio di collaborazione tra tecnici della sanità e istituzioni. Una sinergia che consente la costruzione di una rete capace di dare risposte alle persone colpite da eventi traumatici non soltanto nell’immediato ma anche nelle fasi successive”. Il progetto, nato come sperimentazione dalla collaborazione tra la Società della Salute e il Centro di riferimento regionale criticità relazionali di Careggi, ha due obiettivi principali: prima di tutto fornire un supporto psicologico e sociale alle vittime di incidenti stradali e ai loro familiari lungo tutte le fasi post trauma, fin dal primo momento del ricovero ospedalieri; in secondo luogo offrire un servizio di consulenza e formazione rivolto a chi, a vario livello, viene coinvolto nei sinistri, dal personale dell’ospedale agli agenti di Polizia Municipale, dai volontari che prestano servizio nelle ambulanze agli operatori del 118.
In concreto il progetto coinvolge 3 operatori psicologi psicoterapeuti specialisti in Psicologia clinica afferenti al Centro di riferimento regionale criticità relazionali dell’Azienda di Careggi. Per le persone traumatizzate ricoverate nel reparto di terapia intensiva (DEA) di Careggi) e per i loro familiari è attivo un servizio di consulenza e di sostegno psicologico, rivolto sia al singolo che all’intero nucleo familiare. In caso di necessità, il servizio viene garantito anche successivamente al trasferimento dalla terapia intensiva ad altri reparti dell’ospedale.
Previsto anche un contatto dopo 6 e 12 mesi dalla dimissione ospedaliera e la possibilità di incontri di sostegno psicologico presso l’ambulatorio messo a disposizione dalla Fratellanza Militare di Firenze. Gli psicologi sono presenti in reparto tutti i giorni dal lunedì al venerdì nella fascia oraria del primo pomeriggio, ma sono reperibili in orari diversi sia durante la settimana e che nel week end (anche in orario notturno). Obiettivo dell’intervento fornire supporto psicologico per favorire i processi di elaborazione emotiva e le strategie di adattamento individuali e familiari oltre alla riduzione del rischio di cronicizzazione del disagio successivo al sinistro.
Dopo l’incidente, infatti, chi subisce direttamente il trauma e i familiari sono soggetti a forte stress emotivo che può mettere a rischio la qualità della vita in termini relazionali, lavorativi ed economici. Dal punto di vista numerico, nel 2009 nel reparto di terapia intensiva sono stati seguiti 180 pazienti e/o loro familiari per un totale di 208 ore di colloqui con i primi e 865 con i secondi. Tutti i pazienti dimessi dalla terapia intensiva hanno usufruito di almeno un incontro nel reparto di destinazione presso l’ospedale di Careggi (19%), da 3 a 5 (59%) o più di 5 (22%).
Nei primi due anni e mezzo dall’inizio del servizio, attivo da aprile 2007, sono stati seguite circa 400 persone ricoverate e loro familiari. Ma anche il personale che, a diverso titolo, si occupa di incidenti stradali ha bisogno di formazione specifica e di sostegno psicologico. Per questo il progetto prevede anche servizi mirati agli operatori sanitari (terapia intensiva Careggi e servizio 118 dell’Asl) e non sanitari (Polizia Municipale). Si tratta di un servizio di consulenza e di supervisione psicologica rivolto al singolo e al gruppo di lavoro, oltre alla strutturazione di interventi di formazione sulla gestione ed elaborazione di specifici problemi connessi alla gestione dell’evento incidente stradale.
L’obiettivo di questi interventi è fornire la possibilità di diminuire i livelli di stress e il senso di difficoltà reattivi all’impatto emotivo dell’evento incidente, implementandone competenze e risorse, migliorare i processi comunicativi e di accoglienza nei confronti delle vittime e dei loro familiari e conseguentemente il servizio rivolto ai cittadini coinvolti in questo tipo di traumi. Nello specifico sono attivi per gli operatori sia del 118 sia della la Polizia Municipale sia della terapia intensiva interventi di formazione relativi alle competenze psicologico–relazionali e comunicative relative all’evento traumatico; un servizio di consulenza e supporto psicologico rivolto al singolo operatore o al gruppo di lavoro su casi specifici; l’attivazione automatica di gruppi di discussione e elaborazione emotiva (debriefing) successivamente ad eventi particolarmente critici quali gli incidenti con esito mortale e che coinvolgono il gruppo di operatori che hanno partecipato alla gestione dell’evento.
Per quanto riguarda la formazione, per gli operatori del Servizio 118 dell’Asl è stato attivato un percorso formativo a cadenza mensile (due incontri al mese) su temi psicologico-relazionali specifici (aspetti psicologici e relazionali della telefonata, reazioni allo stress, benessere lavorativo, dinamiche di gruppo, altro). I partecipanti invece attivato un percorso formativo rivolto a 180 ispettori e vice-ispettori. Gli operatori della Polizia Municipale sono stati interessati anche al debriefing: 13 gli incontri organizzati della durata di circa 2 ore ciascuno, in seguito all’attivazione su sinistri stradali con decesso.
Ogni incontro ha visto una partecipazione di circa 8 operatori. Cinque invece gli incontri di debriefing agli operatori del 118 con una partecipazione media di 10 persone. In totale, ai debriefing hanno partecipato circa 150 operatori (sia della Polizia Municipale sia del 118). Inoltre presso il 118 sono stati effettuati 44 incontri di supporto ad operatori singoli (30 persone) in seguito ad esplicite richieste. Tutti gli interventi sono stati programmati, articolati e verificati attraverso l’attività di un tavolo di lavoro multiprofessionale composto dai rappresentanti delle istituzioni coinvolte che si riunisce una volta al mese.
Lo scopo è quello di analizzare e condividere le diverse procedure e gli interventi nelle varie aree, nonché garantirne continuità e coordinamento con l’ottica di effettuare un lavoro di rete e occuparsi del problema degli incidenti stradali e del loro impatto psicologico e sociale su vittime, famiglie e operatori nel modo più condiviso, coordinato e globale possibile. (mf)