Eccidio di Vallucciole, la Toscana è parte civile

A Verona l'ultimo grande processo per gli eccidi di 65 anni fa, durante la Seconda Guerra Mondiale. Il presidente Martini: "E' la giustizia la base per una compiuta riconciliazione".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 dicembre 2009 16:18
Eccidio di Vallucciole, la Toscana è parte civile

La Regione Toscana si è costituita parte civile all'ultimo grande processo per le stragi nazifasciste che si sta svolgendo presso il tribunale militare di Verona. E per la prima volta una Regione ha deciso di presentare istanza non solo nei confronti dei presunti responsabili ma anche della Repubblica federale di Germania. Il processo riguarda l'uccisione di oltre 350 italiani avvenuta tra i borghi dell'appennino tosco-emiliano nella primavera del 1944.

La strage di civili nell'area della cosiddetta “linea gotica” interessò in particolare il borgo di Vallucciole, nel comune di Stia, la cui popolazione venne interamente sterminata (tra le 108 vittime, oltre la metà furono donne e bambini). A distanza di oltre 65 anni è iniziato il processo a carico dei sei ufficiali nazisti ritenuti responsabili di quelle atrocità. Tutti sono accusati di strage con l'aggravante della premeditazione, d i sevizie e crudeltà verso vittime civili.

Nessuno degli imputati, ora ultra ottantenni, si trova in aula, dove invece si sono presentati numerosi parenti delle vittime e testimoni degli eccidi, oltre che i rappresentanti dei comuni interessati. L'udienza di ieri è servita in particolare alla presentazione dell'atto di costituzione di parte civile. In questa sede è stata preannunciata la richiesta di citazione, da parte della Regione Toscana, della Repubblica federale di Germania poiché queste stragi, messe in atto da ufficiali in servizio allo stato tedesco, “sono state compiute - si legge nella citazione - in totale dispregio del più elementare senso di umanità e dei valori comunemente accolti in ogni società civile, anche in tempo di guerra”.

"La Regione, come rappresentante di una comunità, quella toscana, così duramente colpita da quei terribili episodi, costituendosi parte civile intende soprattutto sostenere la ricerca della giustizia – ha spiegato il presidente della regione Toscana Claudio Martini -. La giustizia è sempre necessaria, anche a 65 anni di distanza: perché dà solide basi a ogni percorso di pacificazione. E visto che questo è l'ultimo grande processo per le stragi nazifasciste, esso rappresenta anche simbolicamente la possibilità di consegnare una pagina di verità alla storia e di continuare, con ancora più vigore, il cammino di riconciliazione tra i popoli.

Un cammino, ricordiamolo, che ha fatto tanta strada in Europa soprattutto grazie al tributo di tanti innocenti". Gli episodi che sono al centro del processo di Verona si svolsero nel giro di pochi giorni, dal 13 al 18 aprile cominciando proprio l'alba del 13 aprile con il fatto più cruento, a Vallucciole. Il piccolo borgo fu messo a ferro e fuoco, donne e bambini vennero trucidati: la più piccola vittima aveva appena tre mesi. Ma quella tremenda scia di sangue attraversò tutto il Casentino, da Partina, frazione di Bibbiena a Badia Prataglia (nel comune di Poppi) e ancora la zona del Monte Falterona (Castagno d'Andrea), arrivando sino all'area del Monte Morello, nel fiorentino.

Un episodio tragico oggetto del processo riguarda anche Mommio, nel comune di Fivizzano (Ms). Complessivamente nel versante toscano le vittime furono circa 200, 156 in quello emiliano. I presunti responsabili di quegli eccidi sono stati rintracciati grazie alle indagini del pm Marco De Paolis che si è avvalso della collaborazione degli investigatori tedeschi: in alcuni casi molto preziose sono state le intercettazioni disposte nei confronti dei presunti responsabili degli eccidi. Tutti gli imputati facevano parte della divisione corazzata H.

Goering, un corpo speciale non dissimile dalle SS. Dopo l'apertura il processo è stato aggiornato al prossimo 4 marzo. di Massimo Orlandi

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza