Un dvd, un concerto straordinario, fin da subito, dal primo pezzo “Luz negra”. Pereira agguanta la chitarra facendo scivolare le dita in una bossa romantica e jazz. Bollani entra in punta di piedi e srotola un tappeto geniale di note sulle onde del mare verde-oro. Per non parlare della chiosa di Marçal alle percussioni. E del pezzo successivo nel quale Nogueira entra in scena con il sax alto trascinando pubblico e pure Bollani che applaude. Dell’assolo di Gori al clarinetto… e tutto ciò che rende davvero imperdibile questo nuovo progetto del più grande pianista jazz italiano vivente.
Cos’è Carioca? Un viaggio inedito, che Stefano Bollani ha intrapreso per andare alla scoperta del samba e dello choro: le vere, autentiche colonne sonore di Rio de Janeiro, le radici dalle quali è fiorita la Bossa Nova. Il progetto, da cui il disco “Bollani Carioca” (Emarcy Universal), ideato dal giornalista ed esperto musicale Alberto Riva, è stato realizzato da Stefano Bollani a Rio De Janeiro nell’ottobre del 2006. In sala d’incisione, con lui, c’erano alcuni dei più prestigiosi strumentisti brasiliani: il chitarrista Marco Pereira, il batterista Jurim Moreira, il contrabbassista Jorge Helder, il mago delle percussioni Armando Marçal, più noto come “Marçalzinho”, e il sassofonista Zé Nogueira (quest’ultimo, insieme a Riva, produttore artistico del lavoro), oltre a Mirko Guerrini (sax tenore) e Nico Gori (clarinetto), già componenti del gruppo jazz di Stefano Bollani “I Visionari”.
Tutti presenti sul palcoscenico di “Carioca Live”. Chi ha amato il disco, campione assoluto di vendite, non potrà che adorare anche il live adesso, o forse sarebbe meglio dire lo show “ao vivo”. La lista dei pezzi in programma parla da sola: straordinari samba come “A voz do morro” di Zé Keti, “Samba e amor” di Chico Buarque o “Luz negra” di Nelson Cavaquinho; le pietre miliari dello choro come “Segura ele” del maestro Pixinguinha e “Tico Tico no Fubà” di Zequinha de Abreu.
In più, fanno la loro comparsa improvvisazioni e sorprese come “Na baixa do sapateiro” di Ary Barroso, “Outra coisa” di Moacir Santos, “Trem das onze” di Adoniran Barbosa, e il famoso “inno di San Paolo” - in Italia è arcinota la versione tradotta da Riccardo Del Turco dal titolo “Figlio unico” - cantata da Bollani nella versione originale, cioè in portoghese. Sul palco il gruppo Carioca segue l’umore e, come direbbero a Rio, “l’onda” (bossa) del momento: procede seguendo lo spirito delle canzoni, compatto oppure dividendosi in trio, in duo, in quartetto e talvolta lasciando al centro del palco il lirismo, lo humor e la fantasia di Stefano Bollani, da “solo” con il suo pianoforte e un talento davvero eccezionale, che non ha pari.