La Toscana nel suo passato e nel suo presente, nelle scelte che in questi anni hanno guidato l’ambizione e l’impegno delle sue massime istituzioni regionali: “la globalizzazione e la difesa della propria identità, che è figlia della nostra storia”. Riccardo Nencini, presidente del Consiglio regionale, ha aperto la seduta solenne del Consiglio regionale al Museo degli Argenti, a Palazzo Pitti, il momento più alto delle celebrazioni dell’edizione 2009. Alla cerimonia sono intervenuti il Direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, l’architetto dello studio RFR di Parigi, Niccolò Baldassini, e il governatore, Claudio Martini.
L’intervento di Nencini ha idealmente raccolto valori e argomenti che “hanno fatto parlare della Toscana” in questi dieci anni, i dieci anni della Festa della Toscana ma anche di rassegne quali Festival della creatività, Meeting di San Rossore, Pianeta Galileo. “Argomenti” ricompresi nell’edizione dedicata ad “Arti, culture, futuro”, nel messaggio che respinge “la paura di confrontarsi con chi è diverso” e riconosce “la contaminazione madre della creatività”, spiega il presidente.
“Valori” iscritti nei diritti universali, la matrice scelta “dall’eretico” Granduca Leopoldo, che nel 1786 abolisce tortura e pena di morte nel Granducato e che consegna alla Toscana del’ultimo decennio la forza di celebrare “una Festa laica in ricordo di un evento di cui questa terra fu protagonista isolata”. Dentro la “scommessa” di questi anni ci sono poi “l’impegno civico”, “l’ambizione e l’ingegno”. Gli esempi scorrono facilmente e sono anche recentissimi, come nel caso del gonfalone d’argento consegnato sabato scorso al giovane disegnatore di Fucecchio, Giovanni Settesoldi; ma è soprattutto il senso di un’assoluta contemporaneità che risuona nella cornice piena di storia del Museo degli Argenti.
Nencini elenca quegli “ingredienti” che possono fare della Toscana che verrà una terra “commuovente ed emozionante”: il merito, la promozione della conoscenza; l’uguaglianza delle opportunità, la scelta di “stare fuori dalla folla, e dal conformismo”, la “passione per le cose, mista al rigore e alla responsabilità”. E’ un “dovere” mettere a disposizione questi valori, ripete il presidente, per evitare che un passato tanto imponente “possa divorare il futuro, afferri il presente e lo trascini nella dimenticanza”. “Il tema della decima edizione della Festa della Toscana, dedicata ad arti, culture e futuro, parla direttamente di noi, dei valori tipici della Toscana e di quello che ci piace essere - ha detto nel suo intervento, a conclusione della seduta solenne, il presidente della Giunta regionale Claudio Martini -.
L’arte e la cultura rappresentano gran parte della nostra storia. Dobbiamo saper cogliere il nesso con il futuro, perché non possiamo vivere delle glorie passate”. Secondo Martini il nesso si può cogliere fornendo molte risposte: alcune più scontate, come la valorizzazione economica del patrimonio culturale, la promozione del territorio o la spinta all’innovazione e alla ricerca, che crea nuovi mestieri e nuovi settori tecnologici, Ma anche, ha proseguito il presidente, la cultura in se stessa, come fucina del sapere personale e sociale e capacità critica.
“Il futuro lo faranno donne e uomini che sapranno stare nei percorsi storici con coscienza e senza fanatismo. Non a caso – ha detto ancora Martini - si è scelto di utilizzare i termini ‘arti’ e ‘culture’ al plurale: perché abbiamo la consapevolezza che non dobbiamo fermarci a quello che già sappiamo ma dobbiamo cercare nuovi spunti e idee per affrontare il futuro, misurandoci con altre realtà e culture. Chi si chiude è perduto, solo chi si apre al dialogo e al mondo può farcela”. Il presidente della Giunta ha poi ricordato che, in dieci anni di celebrazioni, la Festa della Toscana ha rappresentato un momento di continua crescita culturale e di approfondimento dei temi legati alla pace, alla giustizia, all’esaltazione dei diritti umani.
“La spinta all’abolizione della pena di morte in tutto il mondo – ha spiegato - rappresenta un propellente eccezionale per diffondere i temi dei diritti della persona e di uno sviluppo equilibrato e sostenibile”. Per Martini questo grave momento di crisi porta con sé un rischio, cioè quello che in nome della ripresa si trascurino i diritti umani. “Invece è cruciale proporre un modello praticabile per lo sviluppo congiunto della cultura, dei diritti e dell’economia – ha aggiunto Martini -.
In Toscana siamo decisi a tenerci stretta la lezione del passato per affrontare e risolvere la questione della disuguaglianza, che è questione assolutamente centrale per il futuro. Se si esce dalla logica di utilizzare il metro del prodotto interno lordo come unico indicatore di benessere, si vede che dove ci sono meno disuguaglianze si vive meglio. L’uguaglianza diminuisce lo stress sociale.” Infine, un accenno all’attualità della Costituzione repubblicana. “Dobbiamo – ha concluso il presidente – valorizzare la Costituzione e la sua estrema modernità nel proclamare l’uguaglianza dei diritti e la garanzia delle libertà: essa rimane una straordinaria opportunità per ulteriori conquiste nel futuro”. Al termine della seduta il vicepresidente del Consiglio regionale Alessandro Starnini ha consegnato una medaglia d’argento all’architetto Niccolò Baldassini dello studio Rfr di Parigi, il quale ha firmato alcuni degli edifici più innovativi realizzati in Europa negli ultimi anni, puntando soprattutto sulla trasparenza dei materiali.
E’ stato invece il presidente del Consiglio Riccardo Nencini a consegnare il Gonfalone d’Argento ad Antonio Paolucci, per molti anni soprintendente dei beni culturali della Toscana e ora direttore dei Musei Vaticani. (cam) (cem)