Influenza: quanti Ecmo per i pazienti critici?

In totale gli Ecmo in dotazione alla sanità toscana sono sei. Sarebbero sufficienti in caso di pandemia massiva da A/h1n1 mutato?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 novembre 2009 20:32
Influenza: quanti Ecmo per i pazienti critici?

Nelle settimane scorse l’Azienda ospedaliero universitaria Careggi ha attivato il primo trasporto sanitario speciale, costituito da una equipe di specialisti a bordo di un’ambulanza attrezzata con dispositivo Ecmo portatile. Questo ha consentito una tempestiva e continua assistenza respiratoria che ha garantito condizioni di sicurezza durante il trasporto a Careggi di una paziente con sospetto virus A H1N1. L'ExtraCorporeal Membrane Oxygenation è una apparecchiatura di supporto cardiopolmonare di cui il servizio sanitario regionale si è dotato proprio in previsione della pandemia influenzale.

Gli Ecmo disponibili in Toscana sono quello mobile, quelli a disposizione degli Ospedali di Careggi, Pisa e Siena Le Scotte, e quelli con caratteristiche adatte agli interventi pediatrici a disposizione del Meyer e della Fondazione Monasterio (Opa di Massa). L’equipe di un ECMO deve essere composta da anestesisti rianimatori, cardiologi, cardiochirurghi perfusionisti e infermieri. La pandemia è causata dal virus influenzale che si è diffuso da marzo 2009 a partire dal Messico in tutto il mondo.

Il virus H1N1 è un sottotipo di virus di Influenzavirus A. Appartiene alla in famiglia delle Orthomyxoviridae. L'attenzione dell'opinione pubblica è tornata a concentrarsi sulla questione quando in Norvegia l'Istituto di salute pubblica (con la successiva conferma dell'Organizzazione mondiale della sanità) ha scoperto che la morte di due pazienti è stata provocata da una forma del virus H1N1 mutata. Casi sporadici di mutazione del virus H1N1 erano stati rilevati anche nei mesi scorsi, saltuariamente, in vari paesi come in Brasile.

Ma dopo la morte di due persone in Francia affette dal virus mutato, l'Influenza da "nuovo A/H1N1" impone di interrogarsi sulle misure di sorveglianza e prevenzione in atto nel nostro paese. L'appello dell'OMS a vaccinarsi contro l'influenza A/h1n1 non è stato raccolto all'unanimità in Italia, anche a causa del numero insolito di reazioni allergiche "gravi" di cui si è scritto molto on line. Ma il problema potrebbe aggravarsi se con la stagione fredda (che finora non si è ancora vista) arrivasse una forma mutata del virus. L'influenza A può presentarsi sia in forma lieve che grave.

I sintomi del virus H1N1 assomigliano a quelli dell'influenza stagionale, 3-4 giorni di febbre, generalmente attorno ai 38° con un netto miglioramento delle condizioni nei giorni successivi. Ma in alcuni casi, anche su soggetti non considerati a rischio (minori, donne incinte, anziani e malati cronici), il virus provoca gravi complicazioni, che, come nella polmonite, conducono alla riduzione della capacità respiratoria sino a crisi letali. E' in questi casi che deve entrare in azione l'ECMO, una macchina salvavita che per i soggetti colpiti da influenza aviaria può essere necessario utilizzare anche per settimane. Ma se la pandemia si manifestasse in forma massiva, la Toscana sarebbe pronta a sopportare la richiesta di cure intensive? Sei ECMO non sono pochi a paragone con la loro presenza nei sistemi sanitari europei e di numero ridotto rispetto alla disponibilità vantata negli USA, o in Australia.

Ma, sopratutto, nel caso di pandemia reale, c'è da sperare che i sanitari toscani non debbano trovarsi a selezionare chi sottoporre, o meno, alle cure salvavita, per insufficienza di posti in terapia intensiva. N. Nov.

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