di Montecristo Grandi opere, grossi guai, devono aver pensato gli addetti ai lavori, costernati, venerdì mattina dopo l'incidente del tram davanti alla Stazione Leopolda. All'una, in viale Fratelli Rosselli i passanti assistevano increduli alla scena di un capannello di operai e funzionari al capezzale del treno deragliato, durante il collaudo, e finito contro un palo dell'alimentazione elettrica. Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, già sperava di accelerare e magari riuscire a partire a Natale con i primi convogli aperti al pubblico.
Secondo infatti i contratti firmati dal Comune con la società di gestione, gli autisti avrebbero dovuto cominciare la scuola guida proprio dopo il collaudo. Sembra quasi colpita da una maledizione la linea metrotranviaria, che al suo completamento collegherà il centro a Scandicci. L'accordo per il finanziamento di progetto è stato firmato nel 2005 tra il Comune e la società Tram di Firenze SpA e da allora l'infrastruttura è in costruzione, mentre altre due linee sono totalmente da realizzare, la 2 da Peretola e la 3 da Careggi.
Quando finirà questa “novella dello stento” (la tramvia fiorentina avrà un costo a chilometro pari alla TAV) che assomiglia alla fiaba delle mollichine di Pollicino mangiate da “uccelli voraci”? A Montpellier, cittadina del sud della Francia, nel tempo in cui a Firenze non siamo riusciti a mettere in esercizio una linea (e sono trascorsi sei anni) ne hanno realizzate ben tre.
Ma anche da noi, all'inizio del secolo scorso, un cantiere delle linee tramviarie poteva durare circa un anno. Quanto sono cambiati i fiorentini nel frattempo? Certo procedure e metodi di allora non erano quelli di oggi. Sotto il regime fascista si potevano mobilitare migliaia di detenuti ai lavori forzati, come nel caso della Scuola di Guerra Aerea, costruita alle Cascine in nove mesi. Era meglio quando si stava peggio? Gli uomini della Giunta Domenici non sembrano aver avuto miglior sorte dei Gerarchi del Ventennio.
A parte le inchieste della Magistratura, di colpi sfortunati ne hanno messi a segno parecchi. Ironia del destino il tram venerdì è deragliato pochi metri sopra il famoso sottopasso del ponte alla Vittoria, quello dove i bus dell'Ataf non riuscivano a svoltare. E che dire più oltre, del sottopasso di piazza Bambini di Beslan, o del parcheggio sotterraneo di piazza Caduti dei Lager? Tutte opere, ormai si può dire, che non hanno migliorato granché la mobilità cittadina nel tratto famigerato Piazza Libertà-Lungarno, che da 25 anni assilla come un incubo diurno le giornate dei fiorentini. Non tutto è “merito” loro in città, si intende.
Altri possono fregiarsi degli svincoli interrotti al viadotto Marco Polo, come all'Indiano, del Parcheggio di Piazza Alberti dove nessuno parcheggia, dell'ammaloramento delle gallerie della III corsia autostradale in costruzione sull'A1. “Certa gente meriterebbe il Tribunale!” esclamerà a questo punto l'uomo della strada. Ma questa rivincità non sarà facile prendersela. Sia a causa degli arretrati giudiziari, sia a causa del nuovo Tribunale a Novoli, grande opera nata vecchia, apparentemente completa da un anno, ma ancora non agibile.
Forse per la nostra città il proverbio dovrebbe mutare: “Chi non sa fa e chi sa tace”.