Il consiglio comunale del lunedì diventa un campo di battaglia tra Pd e Pdl con la Lega che manifesta fuori del palazzo. A creare imbarazzo il coinvolgimento nell'inchiesta di Salvatore Scino, il consigliere eletto nella lista Renzi e poi passato al Pd, indagato anche lui per un presunto falso. Matteo Renzi, che nei giorni scorsi ha incontrato esponenti dei comitati di cittadini che denunciavano gli abusi al Galluzzo, parla in assemblea: «Il centrodestra non spari più nel mucchio», poi se ne va. Il Pdl allora lascia l'aula e fa una conferenza stampa.
Ribatte il consigliere Roselli : ''Ad aver fatto dichiarazioni è lui. Capiamo tutta la difficoltà del sindaco Matteo Renzi e del Pd nel prendere posizione rispetto allo scandalo dell'urbanistica". E da sinistra la consigliera De Zordo invita a voltare pagina: "Se davvero la nuova amministrazione Renzi vuole prendere le distanze da chi lo ha preceduto, lo dimostri azzerando il piano strutturale di Biagi". “Il sindaco Renzi non si è mai sottratto al dibattito consigliare e l’unica cosa che oggi appare con chiarezza è che il PdL si limita solo ad offendere in assenza totale di strategia politica”.
E’ quanto dicono i capogruppo e i consiglieri della maggioranza di Palazzo Vecchio (PD, IdV, Gruppo Misto, Sinistra per Firenze) che rispondono compatti agli attacchi del centro destra. “La maggioranza – ha detto il capogruppo del PD Bonifazi- esprime soddisfazione per la seduta del consiglio comunale di oggi dove si è avuto modo di rispondere a quell’aggressione mediatica rivolta ad alcuni esponenti della maggioranza che erano presenti nella passata amministrazione”.
Secondo Cruccolini (Sinistra per Firenze) “ancora una volta il centro destra non è all’altezza della situazione, evita di discutere adducendo la scusa della non presenza del sindaco, ma in realtà si sottrae ad un dibattito serio”. La maggioranza respinge inoltre ogni accusa rivolta al presidente Giani che oggi il centro destra ha criticato sulla modalità di gestione della seduta del consiglio. “Da oggi è ufficiale: Matteo Renzi ha dimostrato di essere la perfetta continuità fra l’amministrazione Formigli-Domenici e quella attuale.
Lo ha fatto scappando di fronte a quella che per Firenze è un’autentica emergenza urbanistica e morale, una priorità assoluta per la crescita e lo sviluppo della città nei prossimi 15 anni. Il sindaco non si è assunto neanche una responsabilità politica rispetto a un’inchiesta - che affonda le radici nella passata amministrazione ma è altrettanto vero che alcuni dei protagonisti di allora lo sono anche oggi - che sta sconvolgendo la città”. È quanto dichiarano i consiglieri comunali del PdL in merito al comportamento superficiale del sindaco Renzi nel corso del consiglio comunale di oggi.
“Nel suo intervento odierno non ha fatto autocritica politica, dichiarando che non se ne sentiva il bisogno, non ha indicato in quale direzione orienterà il Piano strutturale e si è limitato a lanciare strali contro i consiglieri del PdL assolutamente estranei alla vicenda e solo colpevoli ai suoi occhi obnubilati dalla faziosità, di avere evidenziato gli errori grossolani compiuti in passato. Inoltre – continuano gli esponenti del PdL – non è soltanto sospendendo i due dipendenti comunali arrestati che si possono risolvere i problemi di una città che sul piano urbanistico ha bisogno di risposte certe, definitive e trasparenti.
Restiamo poi perplessi sulla gestione del consiglio da parte del presidente Giani che si è permesso anche di concludere la seduta definendola in maniera ‘partigiana’ come ‘una delle più brutte’”. “Infine, rifacendoci questa volta ad una dotta citazione, visto che il sindaco va spesso a cercarle fuori casa, da Platone a Kennedy fino a Montesquieu, noi guardiamo in Italia e citiamo il maestro della nostra letteratura, Manzoni. Nel coro dell’Adelchi si legge “col novo signore rimane l’antico”: oggi in consiglio abbiamo rivisto Domenici” concludono i consiglieri del PdL. “Capiamo tutta la difficoltà del sindaco Matteo Renzi e del Pd nel prendere posizione rispetto allo scandalo dell’urbanistica e alla difficoltà politica della maggioranza che da quindici anni governa questa città facendo il bello e cattivo tempo nella politica fiorentina, ma questo non giustifica il fatto che non sappia leggere i comunicati, nè la palese volontà di travisare il loro contenuto pur di non affrontare le contraddizioni sottolineate dal centrodestra”.
Così il consigliere del Pdl Emanuele Roselli replica alle dichiarazioni del sindaco Renzi. “Dichiarare che il sottoscritto - afferma Roselli - ha sollevato un clima giustizialista solo per aver recuperato le delibere che evidenziavano come alcuni consiglieri del Pd tuttora in carica avessero votato insieme a Formigli quelle delibere i cui contenuti sono oggi oggetto di indagini. Ho sempre sottolineato che la nostre osservazioni volevano evidenziare una continuità politica tra il vecchio Pd e l’attuale gruppo consiliare.
Tutte le presunte illazioni o le dietrologie dietro quali si nascondono il sindaco e i consiglieri del Pd paiono ennesima strategia politica per non affrontare il problema politico che abbiamo sollevato e che lo stesso capogruppo democratico Francesco Bonifazi aveva proclamato, con un documento, di voler affrontare. Il Pd non ha il coraggio di affrontare politicamente le problematiche e le criticità che noi, a questo livello, abbiamo sottolineato, citando atti e delibere precise. Anche i documenti hanno un atteggiamento giustizialista?”. Per Roselli “gli unici atteggiamenti giustizialisti sull’argomento rimangono quelli di Renzi che ha dichiarato a più riprese: ‘Questi rubavano per sé, facevano cose inaudite’ (Corsera 28-10-2009); e ancora: ‘Solo qualche mela marcia fannullone o ladro che sia…’ (Il Giornale, 30-10-2009); ‘Alcuni indagati mi sembrano messi male’ (La Nazione, 30-10-2009).
E saremmo noi i giustizialisti? Mi citi il sindaco, se ha il coraggio, una frase diffamatoria che ho detto o scritto”. “Purtroppo - conclude - il sindaco ha preso il brutto vizio di non parlare di cose reali per cercare di cadere sempre in piedi. Non ci scandalizza il fatto che qualcuno possa sbagliare a votare, basta avere la responsabilità e la maturità politica per ammetterlo”. "Piena fiducia nella magistratura nella speranza che si possa fare luce sui fatti oggetto dell'indagine il prima possibile, ma riteniamo allo stesso modo che il Comune debba compiere ogni atto per tutelarsi e per tutelare la fiducia dei fiorentini nelle istituzioni e nella politica." Lo ha detto il capogruppo Spini intervenendo oggi in consiglio comunale replicando alle dichiarazioni del Sindaco sulla indagine della magistratura denominata 'Mani sulla Città' sull'attività urbanistica ed edilizia del Comune di Firenze.
A questo proposito il gruppo 'Spini per Firenze' ha depositato una delibera per la costituzione di una commissione speciale che possa immediatamente verificare le norme urbanistiche vigenti allo scopo di tutelare i cittadini di Firenze rispetto alle operazioni di densificazione degli isolati e d'invasione delle zone del Parco delle Colline e dell'elusione delle norme sugli standard e sui servizi. "Ora in consiglio comunale - ha detto Spini - abbiamo proposto all'attenzione del consiglio un documento che invita la Giunta ad intraprendere su basi completamente nuove l'elaborazione operativa del Piano Strutturale e del Regolamento Urbanistico: solo così possiamo considerare positivamente l'operato del Comune." "Quello che non va sono le regole, ormai superate".
Lo ha detto la consigliera del PD Stefania Collesei intervenendo oggi durante il dibattito in consiglio comunale. "Diviene sempre più urgente - ha aggiunto la Collesei - approvare il Piano Strutturale e ancor più il Regolamento Urbanistico per evitare gli interventi di densificazione urbana. Proprio coloro che si scagliano contro chiedono ancora una volta di fermare tutto, perché tutto resti come prima". Secondo la Collesei "la regolarità degli atti è stata nel corso del tempo approvata e certificata anche da chi oggi lo mette in discussione come Tommaso Grassi che nel passato ha approvato documenti in quel senso, quando era consigliere nel Quartiere 5.
Quella di oggi è una giornata che ci deve stimolare a fare bene e fare presto, in modo trasparente rispondendo alle esigenze della città che produce e partecipa; che chiede a ciascuno di fare il proprio lavoro , all'amministrazione chiede uno sviluppo sostenibile, alla politica e ai suoi rappresentanti chiede ascolto e coinvolgimento, come ha dimostrato la straordinaria partecipazione di popolo alle primarie del PD". “‘Il tram e la Cupola’, ‘Compagni Spa’, ‘Fantasma Tangentopoli’: questi erano i titoli dell’Espresso di febbraio e novembre 2008.
Quelli che sembravano semplici titoli si stanno materializzando pericolosamente nella realtà urbanistica fiorentina”. Lo ricorda Mario Razzanelli, capogruppo di Firenze c’è. “In gioco – spiega Razzanelli – era ed è il modello di sviluppo urbanistico, e soprattutto finanziario, che già allora cominciava a scricchiolare. Nelle indagini che stanno emergendo ricorrono sempre gli stessi nomi di politici, imprenditori e professionisti. Il Piano strutturale è il fulcro di tutta la politica fiorentina: e lì che si gioca il futuro della città e lì sono concentrati i veri interessi.
Ricordiamo tutti molto bene cosa accadde l’anno scorso: il 27 novembre si dimette Biagi; il primo dicembre salta l’approvazione del Piano strutturale che vale almeno 30 miliardi di euro; il 6 dicembre il sindaco Leonardo Domenici si incatena a Roma. Oggi le indagini coinvolgono l’ex capogruppo Pd Alberto Formigli e alcuni personaggi che hanno rivestito ruoli fondamentali negli ultimi 10 anni. E come ha detto Renzi, non finirà certamente qui. Le intercettazioni sono durate nove mesi: può darsi che il ‘bello’ debba ancora venire”. “L’assenza di Renzi dal Consiglio – afferma Razzanelli – per rispondere alle domande dei consiglieri, compito cui era chiamato nella sua veste di assessore all’urbanistica, non è un buon presagio in vista di un dibattito aperto sul Piano strutturale, che dovrà essere interamente riscritto eliminando tutto ciò che è frutto di interessi che non collimano con quelli della collettività.
Il Partito Democratico e i suoi rappresentanti Palazzo Vecchio non possono evitare le proprie gravi responsabilità politiche affidandosi unicamente alla magistratura. La politica non può aspettare i tempi della magistratura. Il Pd ha omesso per quindici anni di svolgere la sua funzione di controllo, riducendo la città nello stato in cui si trova e provocando l’intervento della magistratura”. “Spetta adesso al sindaco – conclude – dare il via libera senza esitazioni alla commissione d’inchiesta se veramente vuol segnare quella discontinuità col passato più volte dichiarata”.