Tutto è iniziato la mattina di Sabato 7/11/2009. Mi sono svegliato con forti dolori al torace e problemi respiratori (ho pensato fosse un infarto), dopo qualche minuto il dolore si è localizzato nella zona polmonare e sembrerà strano ma per questo mi sono in parte tranquillizzato. Mi ha visitato il medico curante ed in pochi attimi ha diagnosticato che si trattava di un PNEUMOTORACE, ha telefonato al pronto soccorso del NUOVO OSPEDALE SAN GIUSEPPE di Empoli avvertendo che stava arrivando un suo paziente con tale problematica, in modo da non perdere inutile tempo burocratico. E da qui inizia la mia odissea: arrivato alla reception del pronto soccorso consegno all’infermiera il certificato con tanto di diagnosi, faccio presente che stavo molto male e le mie orecchie non credono alla risposta che mi viene data “ calma, calma, se dovessimo credere a tutto quello che dicono i medici curanti…, si accomodi oltre quella porta in sala di aspetto per i pazienti, questo è il suo codice di urgenza (verde su scala rosso-giallo-verde-azzurro-bianco) i familiari devono attendere al di qua della porta”. Ore 10,30 mi siedo in sala di aspetto, dove sono in compagnia di altri pazienti tutti con codice verde ma che obiettivamente non presentavano la mia stessa gravità. Un monitor presenta l’elenco dei numeri assegnati ai pazienti con il codice di urgenza e tutti con tempi di attesa stimati di 10 minuti (il problema è che sul documento consegnatoci per entrare in sala di attesa c’è solo indicato il colore del codice d’urgenza ma non il numero assegnatoci e siamo impossibilitati a seguire la ns.
posizione ), ebbene dopo tre ore i tempi stimati di attesa erano sempre di 10 minuti. Ore 12,30 i mie familiari iniziano a lamentarsi della lunga attesa, gli viene risposto che è tutto sotto controllo e che il ritardo era dovuto a urgenze primarie. Ore 13,15 comunico all’addetta alle pubbliche relazioni (non so come si chiama sembrava una hostess di una compagnia aerea, bella presenza, giacca rossa, credo sia una nuova figura tipo customer care) “non ce la faccio più dal dolore, io firmo, esco e vado ad un altro ospedale se ce la faccio prima di morire”. La cosa grave è che durante le 3 ore di attesa io e gli altri pazienti non abbiamo visto l’ombra di un medico o quantomeno di una infermiera che abbia vigilato sul ns.
stato di salute. A quel punto dopo la mia forte presa di posizione si mobilitano i medici nei miei confronti, in 10 minuti vengo visitato, mi vengono effettuati i prelievi di sangue, mi vengono effettuate le lastre e qui avviene una scenetta da incorniciare: il dott.responsabile degli rx esterna “ accidenti era un bel po’ di tempo che non si vedeva un bel pneumotorace di queste dimensioni! Scusi ma perché dal manifestarsi del problema ha atteso così tanto prima di venire al pronto soccorso?? Immagino che provava un dolore lancinante, si tratta di un pneumotorace totale iperteso !!” , rispondo “guardi dottore che ho atteso per 3 ore su una sedia piegato in due dal dolore nella sala d’attesa di questo Ospedale”; il dottore è rimasto sbalordito. Vengo subito trasferito nella sala operatoria del PS e mi viene comunicato che dopo pochi minuti avrei subito un intervento per l’inserimento di un drenaggio intercostale. Chiamo i miei familiari con il cell.
Informandoli dell’intervento e chiedendogli se fossero stati avvertiti! Incredibile ma vero: avevano chiesto un minuto prima mie informazioni e la “Hostess” le aveva detto di non preoccuparsi che ero in ancora in attesa ma che la mia salute era monitorata. Praticamente se non chiamavo io i miei familiari non avrebbero nemmeno saputo che avrei subito un intervento. Ore 14,30 circa intervento. Mi hanno tenuto sotto osservazione per altre 4 ore nella sala di pronto intervento del Ps dopodichè mi hanno trasferito nel reparto di Pneumologia. Dopo una settimana di ricovero mi è stato tolto il drenaggio toracico e sono stato dimesso. Tengo a precisare che l’equipe che mi ha seguito durante l’intervento ha svolto il lavoro in modo estremamente professionale ed impeccabile, cosi come nel reparto di pneumologia diretto dal Dott,Gallorini sono stati oltre che molto cortesi molto efficienti nell’interloquire con i pazienti, nell’assisterli e nel curarli, li ringrazio vivamente, come si suol dire non bisogna fare di tutta un erba un fascio. Ho voluto fare questa testimonianza non per colpevolizzare qualcuno (anche se sinceramente ritengo che qualche persona dell’accettazione PS non sia assolutamente adatta a svolgere determinate mansioni), ma nella speranza che chi di dovere si renda conto che l’organizzazione del PS non funziona assolutamente, si possa intervenire e di conseguenza evitare che qualcuno ci rimetta la pelle per negligenza altrui. di B.
M.