Firenze- È la diagnostica la "bestia nera" del modello sanitario toscano. Almeno nell'applicazione della delibera regionale 867 del 20 novembre 2006, che fissa in 30 giorni il termine massimo di attesa oltre il quale dovrebbe scattare, automaticamente, il rimborso di un bonus da 25 euro. Su 12 Asl, 6 non applicano la normativa (Massa, Lucca, Pistoia, Pisa, Livorno e Viareggio solo nelle prestazioni ecografiche) avendo richiesto una proroga all'assessorato regionale che non rispondendo le ha indotte a far valere un principio di silenzio/assenso che non trova giustificazioni.
Questo è uno dei dati più interessanti emersi dall'indagine del Difensore civico regionale Giorgio Morales, presentata alla stampa giovedì 17 gennaio.
Al centro della ricerca, la corretta e concreta applicazione delle delibere n. 143, 386, 867/2006 e 81/2007. "Provvedimenti - ha ricordato Morales - che si proponevano di mettere ordine nel complesso problema delle liste di attesa, ormai diventate sinonimo di malasanità, stabilendo dei termini precisi entro i quali erogare specifiche prestazioni". "Dai risultati contenuti nel report - ha rivelato il Difensore civico - appare chiaro che il modello toscano, di eccellenza se calato nel contesto nazionale, presenta lacune e inefficienze alle quali occorre porre rimedio".
"Alla base dell'indagine, vi è l'attività di tutela dell'Ufficio. Un'attività che in alcuni casi è stata fondamentale perché ha portato a clamorosi abbattimenti dei tempi di attesa e che evidenzia un dato su cui riflettere: il sistema deve funzionare indipendentemente dalle sollecitazioni che il Difensore civico può e deve fare. La sanità toscana deve essere garantita a chiunque nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza".
E la "radiografia" delle 12 aziende toscane presenta dati disomogenei da provincia a provincia.
Empoli appare la più 'virtuosa' in termini di erogazione di bonus per visite specialistiche (390). Seguono Prato (244), Grosseto (36), Massa (22), Firenze (5 su 101.763 contatti, intesi come richieste di prestazioni), Pisa (3), Siena, Arezzo e Viareggio (0). Lucca e Livorno non hanno invece fornito alcun dato, mentre Pistoia risponde che sono "poche" ma non le quantifica numericamente.
Ancora più variegata la parte relativa alla diagnostica: in testa rimane sempre Empoli (355) in quanto Prato deve ancora verificare la correttezza delle richieste (360).
Siena, Arezzo, Grosseto e Firenze non hanno erogato bonus perché dichiarano di aver rispettato i termini stabiliti dalla delibera. Nelle rimanenti 6 aziende non ci sono bonus in quanto la noramtiva non viene applicata.
"La sensazione di fondo - ha concluso Morales - è che non vi sia stata sufficiente concertazione prima dell'emanazione del pacchetto di delibere soprattutto per quanto riguarda i tempi di attuazione. Né risulta essere soddisfacente il monitoraggio sull'effettiva applicazione di quanto le aziende sanitarie sono chiamate a fare".
Tredici nuovi hospice, da aggiungersi ai 3 già operativi, per un totale di 174 posti letto.
Fanno parte del piano della Regione Toscana per l’assistenza ai malati inguaribili. Ne ha dato notizia oggi l’oncologo Gianni Amunni, direttore dell’Istituto Toscano Tumori (ITT) della Regione, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del convegno Hospice, il sistema delle cure, in programma domani e sabato al Convitto della Calza per l’organizzazione della Fondazione Italiana di Leniterapia FILE. Entro il 2008 saranno attive 5 nuove strutture: a Empoli, Carrara, Lucca, Prato e Firenze, quest’ultima nell’ex convento delle Oblate a Careggi.
Andranno ad aggiungersi agli hospice attualmente già attivi a Livorno, Camaiore e Montevarchi. Una volta operative, le 16 strutture consentiranno di far pienamente fronte a una domanda che coinvolge, mediamente, 0,4 pazienti ogni 10 mila abitanti. Amunni ha tuttavia spiegato che senza una reale rete di cure palliative gli hospice da soli servono a poco. L’importante, dunque, è realizzare una rete efficace che copra opportunamente il territorio con la collaborazione di istituzioni e società civile, ovvero pubblico e organizzazioni del volontariato.
Gli utenti toscani di cure palliative sono circa 18 mila ogni anno. Nel 2006, su un totale di 39.362 decessi, 11.876 (poco meno di un terzo) sono stati causati da un tumore (30 i minorenni). Calcolando che il 90% dei pazienti oncologici deve affrontare una fase terminale, si stima in circa 11 mila persone l’utenza potenziale di cure palliative in Toscana.