“Apprendiamo dalla stampa - ha dichiarato Massimiliano Bianchi - che già dalla prossima bolletta i cittadini fiorentini vedranno aumentare il costo della Tariffa sui rifiuti, Tia. Troviamo inaccettabile che questo aumento sia scaricato sui cittadini, visto che le cause sono attribuibili al mancato pagamento da parte del Governo di quanto dovuto per i rifiuti delle scuole e soprattutto da un aumento dei costi di smaltimento dopo la chiusura di Case Passerini. Queste condizioni derivano dai ritardi nella realizzazione del termovalorizzatore della Piana.
Nel mentre si aumentano le tariffe dei rifiuti si propongono addirittura nuove soluzioni 'alternative': trasferimento dei rifiuti a Livorno, collocazione diversa del termovalorizzatore”. Sottolinea Bianchi: “Il risultato è inevitabile: l’aumento dei costi negli anni”. “Tutto ciò - conclude il segretario della Cgil - rimette in discussione decisioni già assunte a tutti i livelli con il Piano dei Rifiuti, anche dalla Provincia, quando il presidente era l’attuale sindaco di Firenze, Matteo Renzi.” “Una decisione che mette in difficoltà ulteriormente le aziende.
In un momento in cui, causa crisi, si decide a livello nazionale di ridurre l’acconto Irpef per sostenere famiglie, piccole imprese, liberi professionisti e titolari di partite Iva, aumentare la Tariffa d’Igiene Ambientale appare un ulteriore colpo all’imprenditoria fiorentina, visto che Firenze, con una spesa di 194 euro per abitante per lo smaltimento di rifiuti si pone ben oltre la media nazionale di 169 euro (in base al rapporto Civicum, curato dal Politecnico di Milano sul Bilancio del Comune di Firenze e promosso dalla Camera di Commercio di Firenze e dalle associazioni di categoria)”. Così Gianna Scatizzi, presidente di Confartigianato Imprese Firenze, commenta la decisione di aumentare la Tia presa dal Comune di Firenze per pareggiare un buco di bilancio di circa sei milioni di euro imputabile alla passata amministrazione. “Condividiamo l’impegno preso dal Comune nell’accollarsi la Tia delle scuole del territorio che ha causato uno dei sei milioni di euro da ripianare - prosegue Scatizzi - ma dobbiamo chiederci di chi è stata la responsabilità di spendere cinque milioni per trasportare i rifiuti nella discarica di Peccioli invece che in quella ormai chiusa di Case Passerini.
Spesa causata dal ritardo, tutto politico, nella costruzione del termovalorizzatore. Dissentiamo, poi, totalmente, dalle modalità scelte dalla Giunta Renzi per recuperare queste risorse: un vero e proprio scivolone che contraddice la promessa di non aumentare la pressione fiscale sui fiorentini”. Due sono le strade responsabilmente percorribili per Scatizzi: “O il Comune fa marcia indietro sull’aumento della tariffa, o abbassa percentualmente l’addizionale comunale, così da risarcire dipendenti, pensionati e piccola e media imprenditoria”. Più che aumentare, la tariffa dovrebbe essere invece rivista nelle sue modalità di applicazione alle diverse categorie economiche.
Esistono, infatti, categorie che, per la stragrande maggioranza dei casi, provvedono ad uno smaltimento separato di rifiuti speciali, ovvero indipendente da quello classico da cassonetto, sia in termini materiali che economici (1.000/1.500 euro in media per dichiarazione Mud e smaltimento, da aggiungersi, naturalmente, alla Tia). Una carrozzeria, per esempio, smaltisce in “modo speciale” filtri, olio, batterie, parti di auto (plastica e ferro) e perfino la segatura usata per la pulizia dei pavimenti, usufruendo del servizio pagato (in modo assai salato) con la Tia solo gettando un paio di fogli al giorno in cassonetto. Infine, Confartigianato ritiene opportuno che il Comune di Firenze si attivi il più velocemente possibile per informare la cittadinanza dell’esistenza della sentenza n° 238 del 2009 della Corte Costituzionale (che, stabilendo che la Tia non è una tariffa, ma una vera e propria tassa, ha sancito l’illegittimità dell’Iva) e si adopri presso le autorità preposte per favorire il rimborso dell’Iva impropriamente pagata dai cittadini fino ad oggi.