“Credo che sia giunto il momento di chiedere l’aggiornamento di alcuni aspetti normativi della Legge Bersani, rispetto alla tutela degli esercizi commerciali nei centri storici: non possiamo permettere la perdita di identità e di ‘mission’ del mondo del commercio nelle nostre città, solo perché la norma statale riduce il controllo e le possibilità di intervento”. Lo ha detto il vicesindaco Dario Nardella, intervenendo stamani alla Conferenza regionale del Commercio in corso al Palaffari.
“Per questo abbiamo chiesto una deroga alla Bersani all’interno della proposta di legge speciale per Firenze - ha spiegato Nardella – Ma si tratta di un problema che colpisce tutte le nostre città, piccole e grandi. Il ruolo di coesione sociale e di custode dell’identità di un luogo, che da sempre viene svolto dal tessuto degli esercizi commerciali di vicinanza in un territorio, non può essere preservato solo attraverso la tutela dei beni culturali. Ci vuole di più, è necessario aprire una nuova fase di confronto”.
Il vicesindaco ha anche auspicato un maggiore coordinamento tra la pianificazione urbanistica dei Comuni e la programmazione commerciale della Regione, che hanno tempi diversi e non sempre in sintonia: “Non possiamo disegnare la città del futuro con il piano strutturale – ha detto Nardella – e dopo 2 o 3 anni trovarci a confliggere su tempi e metodi delle norme regionali in materia di programmazione commerciale a partire dalla grande distribuzione”. Infine, il vicesindaco ha annunciato la volontà di procedere al rinnovo dell’accordo con i Comuni dell’area vasta Firenze-Prato-Pistoia per definire insieme nuove regole sugli orari commerciali, in particolare per i giorni festivi.
“Sarebbe antistorico che ogni Comune continuasse a fare da solo – ha sottolineato il vicesindaco - anche perché il consumatore è cambiato, ha una nuova capacità di scelta, di mobilità, di consapevolezza. E quindi la cooperazione fra i diversi comuni è indispensabile per dare ai cittadini e ai lavoratori riferimenti chiari in orari e festività, senza lasciarsi alla liberalizzazione selvaggia”. (ag)