Firenze, 15 ottobre 2009– Mentre a livello nazionale si assiste ad una intensa attività di diverse amministrazioni locali per far decollare l’housing sociale, in Toscana si è determinata una situazione a dir poco paradossale. Colpa di una delibera (43/2009) approvata dal Consiglio Regionale della Toscana il 29 luglio scorso “Misure straordinarie, urgenti di edilizia residenziale pubblica”. La denuncia, che è stata ufficializzata stamani a Firenze nelle sede di Assindustria, è della società “Affitto Firenze”, delle associazioni regionali delle imprese di costruzione e delle cooperative di abitazione.
La denuncia riguarda i requisiti per la partecipazione al bando che, di fatto, escludono la società fiorentina, principale operatore in Toscana dell’housing sociale, dalla possibilità di presentare proposte d’intervento per la costruzione di alloggi in affitto a canone calmierato sostenuti da specifici contributi pubblici. I requisiti previsti dalla delibera incriminata includono le cooperative di abitazione, le imprese di costruzione, cooperative di produzione e lavoro, soggetti privati senza fini di lucro.
“Affitto Firenze” è sul piede di guerra e aspetta risposte concrete dopo avere inviato, il 25 settembre scorso, una lettera indirizzata a tutti i rappresentanti delle istituzioni regionali per chiedere la modifica della delibera. Un percorso, quello dell’housing sociale che, avviato a livello nazionale nel 2001, ha dato una casa in affitto a prezzi calmierati a centinaia di italiani in diverse regioni. “A prima vista sembra uno sgambetto della Regione al settore dell’edilizia sociale”, ha spiegato stamani Stefano Tossani presidente di Affitto Firenze Spa.
“Vogliamo sperare che, invece, sia una svista a cui porre rimedio. Diversamente bisognerebbe chiedersi a vantaggio di chi. Sicuramente non di quei cittadini che aspettano, spesso inutilmente, una casa in affitto a canoni sostenibili”, ha concluso Tossani.