Firenze- «La Toscana non vede nell’immigrazione un peso o una minaccia ma, al contrario, è convinta che la coesione sociale di cui può giustamente andare fiera sia anche il risultato di questa significativa presenza. Una presenza ormai consolidata, tanto da far dire agli esperti che un ritorno indietro non è ipotizzabile. Solo grazie all’apporto degli immigrati, infatti, la società toscana riesce a rispondere a una serie di bisogni sia sul piano dell’equilibrio demografico che del sostegno al sistema economico.
Così anche la presenza a scuola di alunni stranieri è una ricchezza e un'opportunità per la società toscana, da sempre aperta al mondo e capace di fare di questa apertura un punto di forza, un'opportunità». Lo ha ricordato l'assessore all'istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini al semin ario “A scuola nessuno è straniero”, organizzato dalla Regione in collaborazione con Giunti Scuola e Ministero dell'Istruzione, che ha visto intervenire al Palazzo dei Congressi di Firenze oltre 1.000 fra insegnanti, pedagogisti, operatori del mondo della scuola, istituzioni e un riconoscimento – sotto forma di una medaglia in bronzo - del presidente della Repubblica.
Se quello dell'inclusione è dunque l'obiettivo principale delle politiche nei confronti degli immigrati, tutto ciò è particolarmente importante per quel che riguarda la scuola. Il rapporto Irpet sull'istruzione in Toscana e ancora di più i dati dell'anno scolastico 2008-2009 rilevati dall'Osservatorio scolastico regionale disegnano uno scenario in cui gli alunni con cittadinanza non italiana arrivano, dalla scuola dell'infanzia alle superiori, a toccare il 10,5% del totale, in tutto 48.212 fra ragazzi e ragazze: il grosso degli alunni stranieri &e grave; nella secondaria inferiore (12,4%), mentre alle superiori la fetta di studenti non italiani è ancora abbastanza esigua (7,7%).
Nella scuola dell'infanzia gli alunni stranieri rappresentano il 10,9% del totale, mentre la percentuale di presenze nella scuola primaria è dell'11,8%. Le nazionalità più diffuse sono quelle albanese e romena, seguite nell'ordine da quelle marocchina, cinese, filippina, peruviana e da un consistente gruppo “misto”. A questa presenza ormai consolidata nella scuola, fa da contraltare il dato sulla dispersione: sono gli stranieri infatti le prime vittime della mortalità scolastica (con il 25% di esiti negativi, il 37,7% di ritardo di un anno, il 33% di ritardo di due o più anni).
Contro dispersione e abbandono, gli strumenti messi in campo sono quello dell'ampliamento del diritto allo studio e l'attuazione dell'obbligo a 16 anni all'interno della scuola superiore, il supporto alla didatti ca attraverso una molteplicità di iniziative affidate a piani integrati di area, cofinanziati dalla Regione. Si affiancano a quelli per favorire l'inclusione, nella cornice della legge regionale approvata lo scorso giugno “Norme per l'accoglienza l'integrazione partecipe e la tutela dei cittadini stranieri nella Regione Toscana”.
Così, ad esempio, le attività e gli interventi volti a promuovere l'integrazione nella scuola, si declinano a partire dalla delibera “Per una scuola antirazzista e dell'inclusione”. «La scuola è un terreno privilegiato – spiega l'assessore – perchè serve a formare i cittadini di domani e anche perchè, attraverso i ragazzi, possiamo raggiungere le famiglie aiutandone l'integrazione. Per il secondo anno, le scuole potranno inserire all’interno del proprio piano dell’offerta formativa iniziative di educazione alla cittadinanza, ispirata ai valori della comprensione, dell’accoglienza e dello scambio fra culture».
La delibera della Regione Toscana sfrutta la possibilità offerta alle Regioni di dettare indirizzi per il 20% del monte orario obbligatorio. «Un’opportunità colta anche dalla Toscana – ricorda l'assessore Simoncini – che ha definito un'offerta coordinata per le scuole che, oltre che sul tema antirazzista, spazia dalla salute alla sicurezza, dalla tutela dell'ambiente all'inclusione sociale». La delibera fissa anche una serie di indicazioni operative, fra cui la predisposizione, all'inizio di ciascun anno scolastico, del piano di gestione delle diversità che dovrà esaminare, caso per caso, gli obiettivi di sviluppo interculturale in quel determinato contesto.
In pratica, ogni quadrimestre, le scuole dovranno analizzare le proprie azioni in merito alla costruzione di condizioni di dialogo e rispetto delle identità presenti al loro interno. Per questo è stato appena pubblicato un bando per assicurare una formazione ai docenti e agli altri operatori della scuola per metterli in grado di affrontare queste tematiche. Inoltre, nell'attuale programmazione 2007-2013 del Fondo sociale europeo, la Regione investe 1 milione e 200 mila euro destinate allo sviluppo delle competenze e al sostegno degli immigrati e delle loro famiglie.