La situazione della Richard Ginori di Sesto Fiorentino è stata al centro di due domande d’attualità di Massai, Sensi, Nascosti, Baldini, Lensi, Franchi e Ciampolini (Pdl) e di Calò e Verdi (Prc-Pdci-Sc) alle quali ha risposto l’assessore al lavoro Elisa Simoni. “La decisione di scorporare la vendita dalla produzione, con il trasferimento di 8 lavoratori da alcuni punti vendita alla nuova società Richard Ginori Store, con variazione del regime contrattuale – ha spiegato l’assessore Simoni – ha rappresentato una causa di forte frizione fra azienda e Filcem risolta poi da un accordo siglato da tutte le organizzazioni sindacali e che prevede l’estensione dell’articolo 18 L.300/1970 ed alcuni benefit ai lavoratori interessati.
In seguito l’azienda ha dato risposta alla situazione di 10 contratti a termine (sei prorogati e quattro trasformati in contratto a tempo indeterminato) e richiesto di poter aprire una procedura di mobilità volontaria per 17 addetti. La fase sindacale è terminata senza accordo, le parti dunque saranno convocate presso il Tavolo procedurale della Provincia come normativamente previsto. Durante la fase sindacale, la Filcem Cgil ha chiesto di svolgere la trattativa singolarmente visto che nessuna normativa obbliga le sigle sindacali a trattare insieme.
La Filcem denuncia come l’azienda stia scegliendo di rafforzare la struttura commerciale e non quella produttiva, da sempre punto di forza di Ginori. Femca Cisl e Uilcem Uil sottolineano le garanzie contenute nell’accordo siglato sul personale destinato a Richard Ginori Store (controllata al 75% da Ginori) e la necessità per Ginori di irrobustire il settore commerciale. Le posizioni delle diverse sigle sindacali dunque, rimangono lontane. L’Unità di Crisi non è stata interessata della vicenda”.
Per Nascosti: “La risposta denota che un sindacato che prende l’85% dei voti alle elezioni dei lavoratori blocca un accordo e crea un contenzioso sindacale tra le Rsu presenti. Questo è un dato di fatto: o si dirime questa conflittualità all’interno del sindacato o sennò ogni buona volontà, se non oltre la legittima e dovuta attenzione della Provincia di Firenze in merito a questo contenzioso, rischia di essere sostanzialmente inutile. La Cgil deve essere attenta a fare sì che il suo diritto–dovere di essere rappresentativa di un certo mondo del lavoro non estremizzi certi conflitti all’interno delle fabbriche.
Finché non c’è una sorta di composizione della vertenza interna ogni intervento della Provincia è difficile e queste persone, al di là della buona volontà della Cgil, rimangono in mobilità. Il Comune di Sesto Fiorentino ha dato molto alla Ginori, anche attraverso strumenti urbanistici, per favorirne la permanenza all’interno di quel Comune. Non credo sia utile fare ulteriori forzature”. Calò ha espresso preoccupazione: “Per il semestre nero della Ginori, con un aumento dei debiti ed i problemi per l’occupazione.
Alla direzione chiediamo di svolgere il suo ruolo con autorevolezza e senso di responsabilità, anche sul versante delle relazioni sindacali. Ritengo inopportuno il fatto che la Pdl intervenga contro un sindacato che ha fatto molto per la salvaguardia dell’azienda e per l’estensione dell’articolo 18 a tutti i lavoratori. Credo che la questione sia prettamente sindacale, perché il conflitto tra strategie sindacali a cui non è dato al Consiglio intervenire, perché concerne l’autonomia di azione di ogni sindacato, pone un problema alla Provincia: non solo quello di assicurare le proprie competenze ma anche di assolvere agli impegni che il patto per lo sviluppo e l’occupazione richiamano.
Questo patto prevede che ci sia un tavolo dove le parti si incontrano per discutere del rilancio del piano industriale”.