Sesto Fiorentino, 16 giugno 2007- Il pignoramento, propedeutico alla messa all’asta delle giacenze di magazzino e dei macchinari aziendali per onorare il debito di 5,4 milioni di euro di Iva non versata, era stato affidato in custodia giudiziaria a due dipendenti Ginori, la dr.ssa Albertoni ed il sig. Casini, che ieri hanno rinunciato all’incarico. “Cerit ha fornito soltanto generiche motivazioni alla mancata nomina di altre figure idonee - ha spiegato Gianassi - la legge chiede di cercarle prima di giungere all’indicazione del primo cittadino, partendo dai dirigenti e dagli amministratori dell’azienda.
Si tratta di una procedura irrituale, nei cui confronti il Comune è costretto a presentare ricorso”. Consci del rischio penale e civile cui vanno incontro, il sindaco e l’amministrazione comunale si fanno dunque carico ancora una volta di responsabilità che appartengono “a una proprietà sciagurata che fugge dalle proprie responsabilità, che non ha neanche il pudore di garantire la più elementare forma di etica industriale difendendo e custodendo il patrimonio dell’azienda”. “Quella Ginori – ha aggiunto il sindaco – è una proprietà di irresponsabili che dopo aver giocato in Borsa e fatto speculazioni finanziarie e immobiliari sta condannando l’azienda al fallimento per incapacità industriale e sordidi giochi finanziari”.
Secondo Gianassi esiste la possibilità concreta che “una cricca di irresponsabili, porti materialmente l’azienda al fallimento per poi riemergere nell’ombra, spalleggiata dal sistema bancario, senza che l’autorità di vigilanza sulle società quotate in borsa e la magistratura abbiano mosso un dito”.
Il sindaco – che nelle ultime settimane ha proseguito il proprio intenso lavoro sulla crisi Ginori – ha spiegato che sono in corso frenetiche trattative per scongiurare l’irreparabile crisi societaria che l’azienda ha di fronte in vista dell’assemblea del 21 giugno.
Il piano industriale annunciato dall’azienda non appare tuttavia corroborato da solidità societaria, finanziaria, di mercato: “i roboanti annunci di Sarreri sarebbero comici se non riguardassero la drammatica situazione dell’azienda e delle famiglie dei 350 lavoratori. A loro va la totale solidarietà della comunità sestese”. Rivolgendo loro un invito alla calma e a non raccogliere le provocazione della proprietà, Gianassi ha concluso: “finché avremo fiato sosterremo le lotte dei lavoratori e contrasteremo qualunque manovra speculativa”.