di Nicola Novelli Negli ultimi decenni uno dei maggiori temi fiorentini, per politici, cittadini e comitati, è stato quello delle trasformazioni urbanistiche nella piana di Castello, l'ultima grande area verde rimasta intatta, a nord della città, oggetto lo scorso anno di molte polemiche e di indagini da parte della magistratura penale. I progetti più recenti avevano trovato spazio nell’ambito di una variante al piano urbanistico esecutivo “Castello” approvato con deliberazione del Consiglio comunale il 7 giugno 1999 quale accordo di programma e variante al P.R.G..
La variante aveva provocato nell'aprile 2008 l'avvio del procedimento di approvazione. La proposta prevedeva la realizzazione della nuova Scuola Sottufficiali Carabinieri, i nuovi centri amministrativi della Regione Toscana e della Provincia di Firenze, forse della “cittadella” sportiva della Fiorentina. Gli interventi interessano il sito di importanza comunitaria “Stagni della piana fiorentina” protetti da una direttiva CEE per la salvaguardia degli habitat naturali, la fauna e la flora.
L'area è composta di una rete di stagni e ambienti naturali di sosta e di riproduzione per molte specie di uccelli lungo le rotte migratorie, sia pur proprio a ridosso della pista aeroportuale di Peretola. Le zone umide, sempre più rare a causa della capillare antropizzazione, rappresentano anche una forma di salvaguardia nei confronti delle alluvioni fungendo da casse d’espansione dei corsi d'acqua. Negli ultimi mesi del 2008 la magistratura fiorentina ha dato notizia di un'inchiesta penale sui procedimenti politico-amministrativi relativi alle autorizzazioni ubanistico-edilizie dei progetti da realizzare a Castello che hanno interessato i titolari delle deleghe amministrative comunali e le società immobiliari presentatrici dei progetti.
Per settimane le pagine dei giornali locali, ma anche nazionali, sono state riempite dagli sviluppi della vicenda giudiziaria fiorentina più rilevante degli ultimi decenni. L'inchiesta si è sovrapposta con i procedimenti approvativi e la fine della legislatura comunale e provinciale. Nei primi mesi del 2009 l'atto amministrativo provinciale presentato dall’Assessore Nigi (in assenza del Presidente Matteo Renzi, ormai impegnato nella campagna elettorale per le comunali, come candidato del PD) viene approvato.
Invece a Palazzo Vecchio la presentazione del Piano Strutturale, strumento basilare per la gestione del territorio, favorisce la maturazione della crisi politica della maggioranza su cui si regge la Giunta guidata da Leonardo Domenici, proprio in conseguenza dell'intervento della magistratura sul cinema multisala a Novoli e su Castello. Prima arrivano le dimissioni dell’Assessore all’Urbanistica e dell’Architetto dirigente comunale. Poi al momento della discussione del piano, rinviata per mesi a causa dell'inchiesta, il 20 aprile si ufficializza la spaccatura della maggioranza.
L'atto non arriva in aula perché i Verdi voterebbero contro, mentre Ps e La Sinistra non avrebbero partecipato al voto, e il Pd avrebbe quindi i numeri. Aver fermato il Piano Strutturale provoca di fatto lo stop all'edificazione di 1,4 milioni metri cubi di cemento previsti per l'area di Castello. In campagna elettorale la questione Castello non pare centrale. Il sindaco in pectore, Matteo Renzi, annuncia comunque che, se eletto, si impegnerà a ripresentare lo strumento di un nuovo Piano Strutturale entro un anno dall'assunzione dell'incarico, il tempo amministrativo minimo possibile per realizzare l'impresa di rimettere in moto i cantieri a Firenze. Ma poi arriva l'estate e cala il sipario sui grandi temi.
Alla ripresa autunnale il nuovo Sindaco è atteso a un annuncio: che cosa intende fare di quell'area? E in Procura della Repubblica l'inchiesta, che era stata promessa velocissima, che fine a fatto? Le prossime settimane probabilmente sveleranno l'arcano. E c'è da scommettere che mentre l'opinione pubblica viene “attenzionata” sul rilevante tema dei “campini”, nei salotti (o salottini estivi?) che contano della città si svolgano, o si siano già svolti incontri al vertice e a "tutto campo", magari trasversali, per decidere come convincere i fiorentini al grande passo.