di Nicola Novelli Non che questo articolo possa essere più incisivo di una puntura di insetto, ma vale la pena di precisare che, per millenni e sino a qualche decennio fa, dicono che uno dei principali persecutori dell'uomo siano state proprio le zanzare. Poi, almeno per l'occidente ricco, il dopoguerra aveva portato la lotta chimica a quegli insetti dal corpo allungato, esile e delicato. Ancora negli anni '70 capitava di assistere in certe località balneari al transito serale di veicoli dotati di irroratori di insetticida. Negli ultimi anni a Firenze il fastidiosissimo animale volante che passa la sua vita a succhiare è tornato di moda, talmente da sorprendere i turisti che capitano in estate in città.
Tanto da sembrare più assillante lungo le rive dell'Arno che nelle lagune palustri del parco regionale della Camargue. Ormai sono anni, ma non pare che le amministrazioni avvicendatesi abbiano preso davvero a cuore la questione. Il fatto è che se gli insetti fiorentini sono tornati tanto aggressivi, con la variante delle zanzare tigre, questo si deve anche all'atmosfera inquinata che pervade Firenze negli ultimi decenni, in particolare da quando sono tanto numerosi i motori diesel e i condizionatori d'ambiente.
Entrambi producono una miscela di polveri sottili e umidità (cioè piccole particelle di acqua calda) in cui gli insetti si trovano perfettamente a proprio agio e proliferano. La soluzione ovvia sarebbe l'abbandono di quei popolari macchinari. Ma poiché questo sembra impossibile, dovremmo allora ricorrere ad una massiccia campagna di disinfestazione, come si faceva una volta. A Firenze sembra impossibile anche questo. Sarà per il costo attuale di una profilassi mirata e massiccia (non gli interventi locali attuati sinora) troppo esosa per le esangui casse comunali, sarà per la scarsa consapevolezza del problema, sta di fatto che da anni le zanzare imperversano per un'intera stagione sulla città e nessuno sembra farsi carico del problema. Ma i turisti se ne accorgono eccome e pure i bilanci familiari, costretti noi tutti a ricorrere in ordine sparso all'acquisto di prodotti repellenti, insetticidi, lenitivi, o disinfiammanti.
Non sarebbe meglio affrontare la questione collettivamente? A Firenze le zanzare assurgono allora a simbolo, ancorché uno dei tanti, della perdita del senso del collettivo, dell'impossibilità di intervenire su un problema elementare con un'azione della comunità. Riuscirà la nuova amministrazione, ormai il prossimo anno, a garantire un'estate meno irritante? Oppure, agli occhi dei visitatori stranieri somiglieremo sempre più a quei bambini africani che, nei documentari televisivi di un tempo, apparivano indifferenti con il volto carico di insetti?