Sulle tavole toscane il bio stravince. La regione infatti resta la “capitale” della vendita diretta e dell’agriturismo ecocompatibile: palma che, alla fine del 2008, le ha permesso di guadagnare un eccellente terzo posto, dietro a Emilia Romagna e Lombardia, nella graduatoria delle realtà che brillano per il numero di operatori ecocompatibili. Una performance che, in linea di massima, conferma i risultati 2007, quando la Toscana è stata preceduta, in ordine inverso, dalle medesime regioni. In generale comunque tutto il trend delle produzioni biologiche chiude con un segno positivo: aumentano infatti gli acquisti familiari.
Oltre che nel carrello gli alimenti da cui la chimica di sintesi è off limits crescono ovunque. Nelle mense (+16 per cento), negli agriturismi (+18 per cento), nei ristoranti (+20 per cento). A dirlo Coldiretti Toscana, che, dati Swg e Biobank alla mano, commenta: “La nostra regione ha contribuito in modo significativo a regalare all’Italia la leadership produttiva a livello europeo. Il biologico rappresenta un settore di punta del Made in Italy agroalimentare ed è particolarmente apprezzato dai consumatori che vogliono coniugare sicurezza alimentare e rispetto dell’ambiente.
La diffusione dell’alimentazione 'pulita' ha ulteriori possibilità di sviluppo. Ma solo – precisa Coldiretti Toscana - se riuscirà ad andare incontro alle esigenze di quanti non si accontentano di un marchio di processo, ma vogliono legare questo alla territorialità di ciò che mettono in tavola, sia per il valore che viene riconosciuto al prodotto locale, sia perché gli alimenti a chilometri 0 permettono un significativo abbattimento dell’utilizzo dei combustibili per il trasporto e, di conseguenza, dell’emissione di Co2 nell’ambiente.
Per questo stiamo lavorando perché al più presto – conclude l’organizzazione agricola toscana – si arrivi all’introduzione di un marchio che permetta di riconoscere facilmente il biologico italiano, che oggi risulta confuso sugli scaffali di negozi e supermercati”. A trainare la crescita del bio ci sono i prodotti ortofrutticoli freschi e trasformati (+18,4 per cento), i prodotti per l'infanzia (+17,6 per cento) e i lattiero-caseari (+5,7 per cento), secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ismea relativi ai primi sei mesi del 2008.
Il bio-boom in Toscana si deve soprattutto al rapporto diretto tra produttore e consumatore: con le sue 302 aziende (75 imprese agricole e 227 agriturismi), sulle 1943 presenti in Italia, infatti è la regione che vanta il maggior numero di punti vendita gestiti direttamente dall’imprenditore agricolo. Un primato che conferma quello del 2007 quando svettava ai vertici della classifica con 207 spacci aziendali, contro il 203 dell’Emilia Romagna. Anche gli agriturismi biologici hanno contribuito a regalare il primato alla Toscana, dove alla fine del 2008 se ne contavano 259 (dei 1176 attivi nella penisola), il 22 per cento in più rispetto ai 191 censiti l’anno prima. Buono anche il risultato dei biomercatini: al 31 dicembre 2008 erano 28, contro i 21 del 2007.
Una crescita del 13.5% che consente alla Toscana di conquistare la quarta posizione nella hit nazionale, preceduta da Lombardia, al primo posto, a quota 36; l’Emilia Romagna, seconda; il Veneto terzo. In due anni, inoltre, sono praticamente raddoppiati anche i Gas, i gruppi di acquisto che comprano bio e che hanno regalato alla regione il secondo posto, dopo la Lombardia (con i suoi 118 gas) e subito prima del Piemonte che ne vanta dieci in meno. Sul territorio toscano inoltre si contano 36 (17 ristoranti, 19 ristoranti agrituristici) attività dopo è possibile consumare pasti bio, sulle 360 operative in Italia; 81 dei 1114 negozi presenti nello stivale, 84 mense scolastiche sulle 791 presenti in tutta la nazione: risultato quest’ultimo che permette alla Toscana di salire un’altra volta sul podio, occupando un bel terzo posto alle spalle di Emilia Romagna e Lombardia.