Grande successo per il presidio antinucleare realizzato oggi dai Verdi e dagli ecologisti toscani sotto la Prefettura in via Cavour a Firenze. Una quarantina di persone, sotto il sole, in giorno e orario di lavoro in piena estate, hanno sorretto striscioni con scritto “No alla follia nucleare”, bandiere, dato volantini, parlato con i passanti. Alla manifestazione hanno aderito i consiglieri comunali Tommaso Grassi, Valdo Spini ed Eros Cruccolini ed i consiglieri regionali Mario Lupi e Fabio Roggiolani.
Era presente anche l’assessore regionale Eugenio Baronti. Presenti il portavoce regionale dei Verdi, Mauro Romanelli, il portavoce comunale dei verdi fiorentini, Duccio Braccaloni, il presidente di Legambiente Toscana, Piero Baronti, ed il responsabile del Wwf Firenze, Alessio Papini. "Con il Ddl 'Sviluppo', collegato alla Finanziaria 2009 - si legge in un comunicato diramato dagli organizzatori della manifestazione -, il nucleare in Italia ritorna indecentemente all’ordine del giorno e si susseguono gli annunci governativi di siti già individuati per ospitare le future centrali, cantierizzazioni entro il 2013 ed entrata in produzione già dal 2018.
Al di là del giudizio sulla solita 'politica degli annunci' di Berlusconi, risalta il poco clamore che la notizia ha ricevuto. Come ecologisti abbiamo il dovere di rincominciare una mobilitazione capillare che riproponga la serietà e l’opportunità della scelta delle energie pulite contro le follie nucleari". "Nessuna delle obiezioni che hanno indotto gli italiani a rinunciare nel 1987 al nucleare è stata rimossa - prosegue la nota -: la generazione attuale di centrali, del tipo cioè che si vuole costruire in Italia, è la più costosa e la più pericolosa, i tempi di costruzione sono realisticamente di almeno vent’anni, le scorie non si sanno dove mettere e restano un problema di colossale sicurezza ambientale.
Non ultimo rimane un problema di costituzionalità, finora poco sollevato: l’articolo 117 della Costituzione afferma che la produzione di energia, di cui il nucleare fa senza dubbio parte, è materia di competenza concorrente attribuita alle Regioni. Pertanto il disegno di legge in questione, che prevede un’autorizzazione unica, sostituendo, di fatto, le autorizzazioni degli enti interessati, solleva profili d’incostituzionalità dinanzi alla Corte Costituzionale. E di certo non rassicura il ministro Scajola che dichiara, per scavalcare le Regioni, di voler utilizzare strumenti sostitutivi previsti dalla Costituzione a difesa dell'interesse generale del Paese".
“Chiediamo con forza che la Regione Toscana attivi tutti gli strumenti politici e legislativi a propria disposizione per contrastare la scelta improvvida del Governo: bisogna impedire che i nostri territori subiscano un’aggressione ed una violenza inutile e dannosa” hanno dichiarato i Verdi con Braccaloni e Romanelli. “La legge del Parlamento è il contrario del federalismo, il massimo del centralismo: Legambiente s’impegna a chiamare a raccolta tutti i suoi iscritti ed i Comuni della Toscana per dare una risposta adeguata a questa normativa contraria al buon senso e al ruolo delle autonomie locali” ha aggiunto Piero Baronti di Legambiente.