Il gruppo tecnico-scientifico di professori e ricercatori universitari e di esperti che ha effettuato l'analisi dello Studio di Impatto Ambientale del sottoattraversamento Tav e ha redatto la proposta progettuale del passaggio di superficie, con una lettera aperta ai nuovi amministratori comunali e provinciali di Firenze, chiede un incontro per illustrare le preoccupazioni legate al "supertunnel" ed illustrare i vantaggi della soluzione di superficie. "Mentre il progetto esecutivo del sottoattraversamento è all'esame dell'Osservatorio Ambientale, dai dati in nostro possesso, mancano tuttora le garanzie ambientali minime, soprattutto per quanto riguarda gli impatti su suolo e sottosuolo - si legge in un comunicato che porta le firme di Alberto Ziparo, Maurizio De Zordo, Teresa Crespellani, Giorgio Pizziolo, Antonio Fiorentino, Paolo Celebre, Vincenzo Abruzzo e Manlio Marchetta -.
Ricordiamo che lo scavo per la nuova stazione, il più grande mai realizzato nell’area urbana fiorentina, impatta violentemente una zona caratterizzata da fragilissimo regime di assetto idrogeologico e dalla prossimità, oltre che dell'edificato denso delle zone centrali, dalla presenza del patrimonio storico-artistico di importanza mondiale a tutti noto. Gli studi sulle interferenze con le acque superficiali e sotterranee hanno assunto, tra l'altro, basi-dati vecchie di oltre un decennio; mentre manca il progetto di dettaglio dei meccanismi che dovrebbero permettere di minimizzare l’impatto sulla la falda (tagliata in due dal tunnel), elemento di gravità eccezionale, che vanifica analisi e simulazioni fin qui svolte e non può essere certo risolto con la messa in sicurezza del Mugnone". "L’insufficienza e la superficialità degli studi finora effettuati è stata del resto riscontrata a più riprese dagli stessi settori tecnici regionali e dall’Arpat, che hanno posto numerose prescrizioni a cui non risulta sia mai stata data risposta esauriente", si continua a leggere nella nota che, poi, prosegue: "Non si può inoltre non tener conto di quanto avvenuto nel Mugello, danni ambientali ingentissimi, che nel caso del centro di Firenze potrebbero avere conseguenze assai più gravi.
Ai problemi di sicurezza idrogeologica e, quindi, di stabilità di terreni, edifici, patrimonio storico-artistico si aggiungono gli impatti dei cantieri in termini di disagi per la popolazione e danni per la salute: congestione, traffico, rumore, polveri, carenze idriche. Disagi e danni enormemente amplificati dal fatto che, contrariamente a quanto previsto inizialmente, per i primi anni i materiali sarebbero movimentati su gomma, con centinaia di mezzi pesanti circolanti per le strade di Firenze".
Infine l'indicazione che "tutto questo è evitabile adottando la proposta di attraversamento di superficie che lo stesso gruppo di tecnici universitari ed esperti locali ha redatto: facilmente realizzabile, poco costosa (circa un ottavo del sottoattraversamento) integrabile in un piano di razionalizzazione della mobilità metropolitana. Tutto ciò non può non essere preso in considerazione dalle nuove amministrazioni". Nell'immagine, d'archivio, l'area ex Macelli dall'alto.