Le viti del Chianti e della Valdisieve sono minacciate da attacchi di oidio, più conosciuto come “mal bianco”, un patogeno fungino che colpisce gli acini, favorendo spaccature nella buccia, con il rischio di conseguente disseccamento del grappolo o di successivi fenomeni di botrite e marciume.
“I nostri tecnici impegnati sul territorio – spiega Simone Tofani, responsabile dell’Area tecnica della Cooperativa Agricola di Legnaia – hanno rilevato attacchi di oidio sui filari in varie zone del Chianti, soprattutto Greve, Panzano e San Casciano, e della Valdisieve.
Le verifiche sullo stato delle viti, effettuate in varie aziende dell’area fiorentina, hanno portato a evidenziare una presenza a macchia di leopardo del patogeno fungino. Una situazione che rischia di farsi molto preoccupante se non si interverrà subito con trattamenti idonei”.
Il “mal bianco” si manifesta inizialmente con macchie marrone scuro sui grappoli, che evidenziano un processo di necrosi dell’acino e successivamente con una polverina biancastra su foglie e frutto.
“E’ una malattia che si sviluppa con situazioni climatiche di caldo umido – riconosce Tofani -, soprattutto quando non sono stati effettuati in modo corretto gli interventi di stagione.
Si individua bene, sia per le macchie sugli acini, che per la polverina biancastra, e in questi casi è necessario agire tempestivamente, se non si vuol pregiudicare la produzione. L’oidio, infatti, provoca necrosi sugli acini e successive spaccature nella buccia, che possono provocare il disseccamento del grappolo o il successivo svilupparsi di altri attacchi patogeni, come la botrite o il marciume. Fenomeni che pregiudicano l’utilizzo del grappolo d’uva”.