“C'è stato un effetto diverso”, una sorta di risposta “al fatto che non si votava per l'elezione del governo” del Paese. Così il senatore del Partito democratico, Stefano Ceccanti, commenta a Nove da Firenze i dati registrati dal Pd alle europee in Toscana.
“Alle politiche del 2008 si era parlato molto di voto utile - prosegue il senatore pisano - adesso una larga parte di quei voti è tornata alla sinistra ed ai radicali. E' scattata una sorta di logica per assicurare la visibilità anche a quei soggetti che erano dati intorno al quattro per cento”.
Poi rivolgendo l'attenzione alle amministrative fiorentine (Pd al 35,2%) Ceccanti spiega come “neanche a Firenze si può addebitare al candidato sindaco la performance negativa del partito.
In città c'è una consistente area di sinistra”.
E, in effetti, i due candidati alla sinistra di Matteo Renzi, vale a dire Ornella De Zordo e Valdo Spini, assieme toccano quota 12,4% nelle preferenze per la poltrona più alta di Palazzo Vecchio, mentre i movimenti che li sostengono sono al 10,7%.
Ma è davvero impossibile portare nell'alveo del Pd questi soggetti che proprio con il partito di Franceschini hanno in comune valori e tradizione?
“Secondo me - risponde Ceccanti - è possibile ricondurre nell'alveo del Pd, o in una coalizione, alcune ma non tutte le forze di sinistra” e cita socialisti, verdi, vendoliani escludendo però i comunisti di Ferrero.