Questo lo "stato di salute" delle aziende di Firenze, Lucca, Pisa e Arezzo, in base a quanto è emerso al convegno organizzato oggi al Palazzo dei Congressi di Firenze da Dun&Bradstreet, principale società al mondo nella business information, in grado cioè di fornire dati e previsioni sull'andamento economico di 148 milioni di imprese nel mondo, di cui 3 milioni e mezzo in Italia, aggregandoli ed elaborandoli così da avere anche visione di determinati settori merceologici o aree geografiche. I dati -elaborati su un campione significativo di 150.000 aziende tra Firenze, Lucca, Pisa e Arezzo- anticipano lo Studio dei pagamenti in Italia che ogni anno D&B pubblica e che quest'anno verrà presentato a Milano il prossimo 19 maggio.
Sempre, ma a maggior ragione in momenti di crisi, è importante sapere con quante probabilità un certo cliente pagherà, o piuttosto rimarrà insolvente, se un certo settore, o una certa zona, sono ancora profittevoli o è meglio diversificare il portafoglio. Tutte informazioni che D&B può fornire e che aiutano le aziende a decidere con consapevolezza con chi mettersi in affari. Le aziende toscane sono decisamente tra le più puntuali nei pagamenti, ben al di sotto della media nazionale, che è di quasi 21 giorni di ritardo: la più virtuosa è la provincia di Arezzo (15,2 giorni di ritardo), seguita da Lucca (15,8), Firenze (16,9) e Pisa (17,9).
E ancora: nelle quattro città indicate la percentuale di aziende eccellenti sotto il profilo finanziario, che meritano quindi il rating 1 (voto massimo in affidabilità), è di mezzo punto inferiore alla media italiana (12% contro 12,5% circa), ma va sottolineato che anche la percentuale di rating 4, relativa cioè alle aziende inaffidabili, è inferiore, e questa volta di parecchio, al resto del Belpaese: 9% contro 13%. Pur mantenendo dunque un buon vantaggio sul resto del terriorio, il panorama delle imprese toscane ha subito un brutto colpo dalla crisi: se i rating 1 sono rimasti sostanzialmente stabili dall'anno scorso (stato di salute - pagina 3), le aziende con rating 4 sono invece praticamente triplicate (in Italia sono "solo" raddoppiate).
I settori peggiori, cioè quelli col maggior numero di aziende rating 4, sono nell'ordine: i trasporti e la distribuzione, il commercio all'ingrosso e l'edilizia; quelli con più rating 1, invece, i servizi finanziari, agricoltura, foreste, caccia e pesca, e infine i servizi vari.