Firenze- Venerdì 10 aprile alle 11, sul piazzale del cortile interno della Scuola Ispettori della Guardia di Finanza all'Aquila si svolgeranno i funerali solenni delle prime vittime. Il rito sarà celebrato dall'arcivescovo di L'Aquila mons. Giuseppe Molinari, l'omelia sarà del segretario di Stato Vaticano cardinale Tarcisio Bertone. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni partecipa alla cerimonia funebre. La Regione Toscana sarà presente con il proprio Gonfalone. La delegazione sarà guidata dall’assessore regionale alla protezione civile.
Nella stessa giornata - venerdì 10 aprile - alle 16.30 si svolgeranno nella Chiesa Parrocchiale di Treviolo (BG), partendo dalla Scuola di Formazione di Dalmine alle ore 16.00, i funerali del Capo Squadra Esperto Marco Lavagna, deceduto in servizio il 6 aprile mentre prestava soccorso alla gente colpita dal terremoto.
«A che ora chiudete?» «Mai, siamo sempre aperti». Lo sfollato di Castelnuovo, ferito ad un piede, si era avvicinato con titubanza alla tenda trasformata in pronto soccorso del campo organizzato alle porte del paese abruzzese dalla Protezione civile toscana, a dieci chilometri da L'Aquila, sicuro che, come in un qualsiasi ambulatorio, ci fosse un orario da rispettare.
Ma il pronto soccorso del paese adottato fin da martedì dai toscani lavora ininterrottamente, dalla mattina fino alla sera. E qualche volta anche la notte. La mattina gli anziani fanno la fila per misurarsi la pressione: giusto per tenere sotto controllo gli acciacchi dell'età. A qualcuno viene fatto un elettrocardiogramma, con i due elettrocardiografi arrivati giusto ieri dalla Toscana. Non c he ci siano persone malate di cuore, ma un esame preventivo aiuta a fugare dubbi di patologie più gravi.
E soprattutto serve ad evitar di affollare troppo (e inutilmente) l'ospedale da campo allestito nel comune vicino. «I volontari giunti dalla Toscana sono davvero tutti molto preparati» racconta Leo Greco, medico dell'Asl 10 di Firenze impiegato a Greve in Chianti. Sono motivati, rapidi. Ma sopratutto sicuri ed esperti nel leggere i risultati delle strumentazioni e nel fare le diagnosi, anche quelle a volte più difficili. Il pronto soccorso è rifornito oramai di tutti i farmaci necessari: se serve qualcosa di più specifico, nel giro di un'ora i volontari vanno a prenderlo e tornano dal Centro di coordinamento.
Davanti al pronto soccorso del campo toscano le persone intanto raccontano anche le loro storie. Un anziano di 80 anni, con un dito rotto, appena il medico gli ha detto che avrebbe dovuto essere ricoverat o ed ingessato, non ci ha pensato un attimo a rispondere: “Pensate prima ai giovani”. Ora sta bene ed è stato curato. Ma a volte, più che le medicine, è importante anche l'ascolto e una parola di sostegno. Due giorni fa è arrivato al pronto soccorso toscano un ragazzo macedone con vistose escoriazioni.
Era rimasto intrappolato con le gambe sotto le macerie e ne era uscito da solo. Ma era disperato. Voleva tornare in Macedonia. «Ho perso tutto, che ci sto a fare qua» si era sfogato parlando al medico. Oggi è tornato. E più allegro e si è convinto a restare per aiutare a ricostruire quel paese che oramai è un po' anche suo.
Cattolici e musulmani fianco a fianco, che dividono già da alcune ore una tenda che è diventata un luogo di culto comune. Dietro, sullo sfondo, le macerie del terremoto che ha sconvolto lunedì l'Abruzzo.
Accade a Castelnuovo, a dieci chilometri da L'Aquila, nel campo allestito dalla colonna mobile e dalla Protezione civile toscana: un paese di poco più di duecento abitanti di cui una quarantina di macedoni da tempo residenti nella frazione, ora tutti sfollati. Una convivenza tranquilla, prima del terremoto ed anche dopo il sisma. Insieme, la notte nelle tende e di giorno a dare una mano per rendere il campo più accogliente. Nella tendopoli gli sfollati lavorano per esorcizzare la paura ed allontanare angosce e brutti pensieri.
E' un modo per superare lo sgomento delle prime ore, per riaffermare la propria voglia di ricominciare. Ma chi crede cerca anche un luogo dove pregare. A Castelnuovo ci sono state sei vittime per il terremoto. Altri hanno magari parenti nei paesi vicini, altrettanto funestati. Così è stato deciso di trasformare una tenda in luogo di culto. E poiché aveva poco senso dividersi e attrezzare due tende diverse, sottraendo spazio agli sfollati che nelle tende dormono e cercano ristoro, cattolici e musulmani della comunità macedone hanno deciso di condividere lo stesso spazio.
Una casa comune che potrebbe allargarsi: in queste ore è partito infatti un censimento tra gli ospiti del campo, per capire se vi siano persone che professano altre fedi. Tutti potranno condividere la grande tenda.
Segnaliamo alcuni numeri utili per l'emergenza terremoto. E' possibile che, in questa fase, le linee risultino frequentemente occupate e che i tempi di attesa non siano brevi. Ce ne scusiamo con gli utenti, la situazione si evolve progressivamente verso una stabilizzazione del servizio.
- Per segnalare disagi, danni o pericoli, richiedere interventi, nelle località colpite dal terremoto:
800 860 146 - sede operativa Protezione Civile Regione Abruzzo
800 861 016 - sede operativa Protezione Civile Regione Abruzzo
- Per la ricerca e l'offerta di alloggi:
0862 31 05 76
0862 36 12 55
- Per informazioni sulle persone che sono state ricoverate negli ospedali del Lazio
per l'assistenza sanitarie agli sfollati a Roma e nel Lazio
per informazioni al personale medico e sanitario
per indicazioni sulle donazioni di sangue:
800 118 800 - Ares 118 Lazio
A questi si aggiungono altri numeri utili:
- Vigili del Fuoco 115
- Emergenza sanitaria 118
- Polizia 113
- Carabinieri 112
- Guardia di Finanza 117
- Corpo Forestale dello Stato 1515
- Capitanerie di Porto 1530
- CCISS Viaggare informati 1518