E’ uscito nei giorni scorsi 'My way through the jungle', il nuovo disco del trombettista Franco Baggiani. Il musicista jazz fiorentino si riferisce con questo titolo alla giungla dell’esistenza, quella selva oscura di pensieri che ciascuno di noi percorre nel mezzo del cammin di nostra vita, come scrisse il suo concittadino Dante Alighieri.
L'ultimo lavoro di Franco Baggiani, tra i migliori musicisti jazz della scena e nazionale, si ispira agli anni '70, con omaggi a Miles Davis e alla esperienza degli 'Urban Funk', il vecchio gruppo electric jazz di Baggiani, anche se il brano più fortunato è proprio il suo Optumba, che ammicca ad una sonorità non elettrica, ma quasi di psichedelia anni ’70, con la chiusura lasciata al suono di flauto.
Questa versione elettrica densa di lampi d’ombra, con la band 'IFS funky sound', rivisita l'approccio al funk di Baggiani, con una conferma dell'improvvisazione quale elemento fondamentale nell'asse comunicativo del jazz contemporaneo. Ascoltando il disco è facilmente intuibile l’isporazione al Davis di quaranta anni fa, a quel quintetto che elettrificando progressivamente la strumentazione fece letteralmente scandalo. Ecco così la citazione di Peaceful di Joe Zawinul, la cui collaborazione con Miles Davis fu fondamentale per la rivoluzione totale dell'improvvisazione.
Dunque musica in libertà, psichedelìca, senza una definizione melodica, scarnificazione armonica in brani basati su di un unico bass vamp e talvolta addirittura sprovvisti di un vero e proprio tema.
N. Nov.