«Con oltre 230 mila stranieri residenti, di cui 110 mila lavoratori, 50 mila minorenni e una previsione di crescita che, al 2025, potrà arrivare, dall’attuale 6,2% al 16% della popolazione toscana, gli immigrati costituiscono ormai una risorsa cruciale per la nostra regione che, già oggi, si colloca ai primi posti nella graduatoria nazionale. Grazie all’apporto degli immigrati, infatti, la società toscana riesce già oggi a rispondere a una serie di bisogni, sia sul piano dell’equilibrio demografico, sia sul piano del sostegno al sistema economico».
Così l’assessore all’istruzione formazione e lavoro Gianfranco Simoncini commenta il rapporto 2008 sull’immigrazione in Toscana, curato dall’Irpet per conto dei servizio lavoro e presentato oggi in Consiglio Regionale. Una ricerca (Dal lavoro alla cittadinanza, curatori, Beudò, Giovani, Savino) dalla quale emerge una presenza straniera in costante crescita (6,4%), di poco sopra la media nazionale (6,2) e anche di quella europea (5,2), con un ruolo sempre più forte delle seconde generazioni.
«Lo studio - spiega l’assessore - sottolinea il contributo concreto e tangibile che gli immigrati danno allo sviluppo della Toscana ed al nostro livello di benessere. In una fase nella quale troppo spesso il riferimento agli immigrati è collegato ai temi della sicurezza e dell'ordine pubblico è bene ricordare che ci sono settori importanti della nostra economia che possono reggere alla competizione internazionale grazie al lavoro ed alle competenze di lavoratori e lavoratrici immigrati, che ci sono centinaia di famiglie che possono far fronte a gravi problemi grazie al lavoro di collaboratrici straniere.
Se vi è una più forte coesione sociale nella nostra regione è anche grazie a questa significativa presenza».
«Tutto questo implica, anche da parte della Regione, politiche e interventi mirati – prosegue l’assessore Simoncini – politiche che vedono in questa indagine, un indispensabile momento di approfondimento. In particolare, come si vede nel rapporto, è stato studiato il modello di inserimento nel mercato del lavoro, mettendone a fuoco la dimensione qualitativa». Non a caso ci si concentra, sul tema della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro.
«Se è necessario affrontare con grande rigore il tema della sicurezza colpendo coloro che col loro comportamento danneggiano l'immagine dei cittadini immigrati, oltre che la nostra sicurezza, è ancor di più importante affrontare quei ritardi che ostacolano una pienezza di diritti per tutti i toscani: accesso alla formazione ed all'istruzione, tutela dei diritti sul lavoro, salvaguardia della sicurezza sul lavoro».
L’esposizione al rischio dei lavoratori stranieri è maggiore rispetto a quella degli altri lavoratori: sono 60 su 100 gli stranieri che si infortunano, contro i 44 toscani.
L’inserimento lavorativo avviene inoltre quasi sempre in posizioni subalterne e scarsamente qualificate. Sul fronte della scuola, per i ragazzi stranieri l’inserimento e la prosecuzione degli studi è un percorso molto più difficile e tormentato. «Per questo – aggiunge l’assessore - il Piano di indirizzo generale integrato prevede linee di intervento che puntano a migliorare l’inserimento, ottimizzando le funzioni di accoglienza, orientamento, formazione, attenzione all’apprendimento della lingua italiana e della normativa per la sicurezza.
Nel 2007 i lavoratori stranieri assunti dai centri per l’impiego della Toscana sono stati circa 100 mila, il 22% del totale delle assunzioni. I cittadini stranieri coinvolti in corsi di formazione professionale sono stati 40.600». Fra le politiche di accoglienza, citiamo in particolare lo sforzo per l’emersione del lavoro sommerso delle badanti, che punta a regolarizzare circa 5 mila assistenti familiari. Quanto alle seconde generazioni, grazie alle risorse del Fondo sociale europeo è stato finanziato il progetto Famiglia e ragazzi stranieri, per favorire l’integrazione dei giovani stranieri nella scuola e sostenerli nel delicato passaggio dalle medie alle superiori.