La discussione in Consiglio Regionale sul testamento biologico si è conclusa ieri con la bocciatura di tutte le mozioni presentate dai Gruppi Consiliari della Sinistra e dai Socialisti. Mentre era scontato il voto del Centrodestra, l’atteggiamento tenuto dal Partito Democratico regionale che è apparso, dopo le vicende fiorentine sul conferimento della cittadinanza a Beppino Englaro, un atteggiamento di chiusura dettato più dalla necessità di tenere le fila e non spaccarsi di nuovo che non da una riflessione sul merito dei testi.
In particolare, la mozione presentata dal Gruppo di Rifondazione Comunista chiedeva, infatti, attraverso l’istituzione di un registro della dichiarazione sui trattamenti sanitari, un’azione della Regione Toscana sul tema delle Dichiarazioni anticipate di volontà sul testamento biologico per dare seguito al rispetto delle volontà dei dichiaranti. Questo, mentre davanti alla sede del Consiglio Regionale si svolgeva un presidio dove era chiara l’enorme distanza che oramai separa una certa politica dal sentire comune dei cittadini, anche in Toscana.
Il 74% circa degli italiani (dati Eurispes) è favorevole all’introduzione del Testamento etico. Ma l’approvazione della cittadinanza oniraria ad Englaro era stata da Mons. Betori definita “atto nefasto e distruttivo” e nel PD il segretario nazionale Franceschini si era dichiarato contrario, come pure il candidato Sindaco Renzi.
E’ stata approvata con i voti favorevoli del Pd la proposta di risoluzione presentata dallo stesso gruppo sul Testamento biologico. L’atto, che sostanzia la posizione del gruppo di maggioranza che ha richiesto la seduta speciale di oggi, è stato integrato con un emendamento che “condivide e sostiene le valutazioni, i principi, le indicazioni contenuti nella proposta del gruppo Pd al Senato”.
La risoluzione – approvata con 27 voti a favore, 14 contrari e 11 astenuti – auspicando che “il Parlamento proceda speditamente nell’approvazione di una legge che normi il cosiddetto testamento biologico” e che “nell’attuale situazione di vuoto normativo la politica e le istituzioni recedano realmente dalla polemica sull’argomento”, “apprezza, condivide e fa propria la posizione” espressa dall’assessore regionale alla Sanità, Enrico Rossi, sulla vicenda Englaro e “condivide e sostiene le valutazioni, i principi, le indicazioni contenuti nella proposta di legge del gruppo Pd al Senato”.
Alberto Magnolfi (capogruppo Fi-Pdl), nell’annunciare il voto contrario del Pdl, ha sottolineato la “genericità” del documento proposto dal Pd definito anche “inconsistente”, e “più che altro espressione della difficoltà politica e della volontà di superarla artificiosamente”.
Magnolfi ha criticato la convocazione del consiglio straordinario che ha dato luogo “a un torneo oratorio dove si è parlato più per esaltare le divisioni che per ricercare una possibile unione”, e ribadito i punti fermi (“certezze”) della mozione presentata: “dignità della vita e della persona, no all’eutanasia, no all’accanimento terapeutico”. Limiti oltre i quali “ogni coscienza si interroga”.
Respinte invece con il voto contrario di Pd e Pdl le mozioni presentate da Ciucchi e Tei, da Ps e Prc, dall’Udc e da Sd, Gruppo Misto, Verdi, Pdci e Prc.
Respinto anche un ordine del giorno presentato dall’Udc.
La mozione presentata da Ps e Prc, che sollecita “una rapida approvazione di una legge sul testamento biologico”, impegnava la Giunta regionale ad esprimere sostegno al Presidente della Repubblica, “a riconfermare il sostegno ai diritti sanciti dagli articoli 13 e 32 della Costituzione”, “a riconfermare la propria adesione ai principi fondamentali di laicità dello Stato e delle istituzioni” e a “promuovere in Regione un incontro” sul tema del ‘fine vita’, al quale invitare il ministro della Salute, i vertici delle Regioni che hanno avuto un ruolo nella vicenda Englaro, il padre di Eluana e una rappresentanza dei medici.
La mozione a firma Ciucchi e Tei, presentata alla fine di gennaio, conteneva sostanzialmente lo stesso dispositivo dell’atto precedente.
Respinta anche, sempre con il voto contrario di Pd e Pdl, la mozione a firma Ciabatti e Sgherri che, in attesa di una legge nazionale in materia, invita la Giunta regionale a “istituire un registro provvisorio di raccolta delle dichiarazioni anticipate sui trattamenti sanitari”, a predisporre “il modulo che raccolga le dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti di natura medica” e ad “attivarsi presso i medici di famiglia della persona che ha sottoscritto” tale dichiarazione “affinché ne tenga debito conto in ogni momento del percorso medico-assistenziale”.
Respinta la mozione (votata dal centrodestra), presentata nel 2006 da Fi (prima firmataria Celesti) e mai discussa in aula.
Ad illustrarla la stessa Celesti, che ha sottolineato come nel testo “siano sottolineanti due punti fondamentali ripetuti in tutti gli interventi: il no all’eutanasia e all’accanimento terapeutico”. Respinta anche la mozione presentata dall’Udc con la quale si esprimeva “solidarietà al ministro Sacconi”, denunciato dai radicali per l’atto di indirizzo alle Regioni emesso nel corso della vicenda Englaro e condivideva “la posizione della Regione Toscana che si è più volte dichiarata non disponibile ad offrire le proprie strutture e a candidare la nostra regione ad essere ‘terra dell’eutanasia’”.
Respinto anche l’ordine del giorno, sempre a firma Udc, collegato alla proposta di risoluzione del Pd sull’urgenza di una legge sul testamento biologico (su entrambi gli atti ha espresso voto favorevole il centrodestra, contrario il resto dell’aula). Intervenendo il capogruppo, Marco Carraresi, ha sottolineato in particolare l’opportunità che si scriva in legge “in maniera chiara il principio dell’indisponibilità della vita”, e che sia ribadita la differenza tra “accanimento terapeutico e dare da mangiare e da bere”.
Ha chiuso stigmatizzando “chi non ha avuto alcuna remora a strumentalizzare in maniera indegna il caso Englaro”. Respinta, infine, la mozione presentata dal Pdl (prima firmataria Stefania Fuscagni) chiedeva tra l’altro che la Giunta regionale mettesse “in evidenza che il caso Eluana Englaro rappresenta un fatto senza precedenti” perché si è sospesa l’alimentazione e l’idratazione con una sentenza del tribunale, chiedesse “al Parlamento di mettere in evidenza che non dovrà più essere possibile che la volontà presunta e non esplicita possa determinare scelte definitive sui pazienti”, esprimesse “contrarietà ad ogni legge che legalizzi l’eutanasia, l’accanimento e l’abbandono terapeutico” e invitasse “il Parlamento ad approvare una legge sul ‘fine vita’ che tenga conto, oltre che della libertà individuale, anche del concetto della dignità di ogni vita”.
La mozione, infine, chiedeva anche che la Giunta si dissociasse “da qualsiasi forma di strumentalizzazione” della vicenda Englaro e “dalla concessione della cittadinanza onoraria di Firenze al padre di Eluana”.
“Vergogna per le speculazioni che hanno accompagnato il caso Englaro” e condivisione sull’opportunità di fare una legge che definisca il tema del fine vita, superando i conflitti. Rossanna Pugnalini, Pd, ha indicato la “priorità” di una “legislazione per principi” che “senza rincorrere la rapidissima innovazione tecnologica e scientifica” dia risposte chiare su testamento biologico, somministrazione di trattamenti terapeutici e libertà di rifiuto degli stessi quando si configurano come accanimento terapeutico.
Su tutto, i principi già presenti nel nostro ordinamento costituzionale, laddove per altro si sancisce il “diritto alle cure” e non il “dovere” di terapie. Per la consigliera è fondamentale anche rispettare il ruolo del medico, “che è in grado di suggerire, in base alle sue conoscenze scientifiche e tenendo conto della volontà del paziente, quando somministrare o sospendere le terapie”. In discussione la difesa della “nostra dignità e di quella dei nostri familiari”, ma anche la necessità di un dialogo “vero e possibile” che deve essere “più alto, di noi tutti, credenti e non credenti, perché tutti abbiamo a cuore decisioni responsabili e leggi responsabili che pongano un limite al possibile abuso di una civiltà tecnologica che vuole sostituirsi alla natura” (dalle parole del filosofo cattolico Giovanni Reale).
Un tema, quello del progresso scientifico e tecnologico, toccato anche dalla consigliera Stefania Fuscagni (Fi-Pdl), che ha indicato in questo la causa di “mutamenti antropologici (allungamento della vita)”, e comunque tale da “interpellare la politica a dare risposte straordinarie anche sulle modalità del fine vita”.
Alla politica toscana, inoltre, il dovere di dare indirizzi su alcuni punti incentrati sulla dignità della vita che “è sempre degna anche quando non è più efficace ed efficiente”. Un richiamo che Fuscagni ha legato al dato storico e culturale della regione che ha dato i natali alla Misericordia, esperienza capace di vedere “la dignità della vita fino all’ultimo respiro, nella sofferenza in tutte le sue forme”. Se qualcuno deve avere la cittadinanza onoraria di Firenze – ha concluso la consigliera - sono le suore misericordie che hanno dato un esempio, nel silenzio senza frastuoni che contraddistingue chi fa cose buone, di amore incondizionato e di rispetto senza indugio per la vita in ogni sua forma ed in ogni sua stato”.
Il consigliere Marco Cellai, An-Pdl, ha esordito con «una dichiarazione grave che mi riguarda: alla luce di quanto ascoltato in quest’aula io sono un integralista, baciapile e bacchettone.
Un integralista, baciapile e bacchettone che ringrazia monsignor Betori per le sue affermazioni di ieri circa il conferimento della cittadinanza onoraria di Firenze a Beppino Englaro; che ringrazia il ministro Sacconi per le sue iniziative sul caso Englaro stesso; che apprezza il presidente del consiglio Berlusconi per aver voluto dare il ‘la’ alla copertura di un pericolosissimo vuoto normativo come quello sulla materia del fine vita». Per il consigliere, che si è definito «una persona perbene che non ha volutamente, nelle scorse settimane, partecipato ai presidi di solidarietà alla famiglia Englaro”, la legge sul testamento biologico doveva già essere fatta, e il ritardo della politica e del parlamento ha “portato direttamente o indirettamente alla morte di Eluana”.
Il disegno di legge ora in discussione al senato ha il merito di avere due punti di riferimento, “il no all’eutanasia e il no al suicidio assistito”, e la legge deve essere fatta rapidamente, “perché in Italia esiste un vuoto pericolosissimo la cui supplenza è stata assunta dalla magistratura: ma le leggi le fa il parlamento, non la magistratura». Giusto quindi che il governo abbia deciso di “assumersi il dovere di prendere decisioni”, e anche se vi sono differenze e difficoltà “a sinistra come al nostro interno, tuttavia ci sono valori negoziabili o no”.
E ciò, all’indomani “di una bruttissima pagina scritta a Firenze; concordo a pieno sul fatto che essa sia stata un atto nefasto, offensivo e distruttivo, mera provocazione per qualche personaggio in cerca d’autore, decisione forzata e sforzata, atto pretestuoso, offensivo e distruttivo».
"E’ sconcertante constatare che sul caso Englaro -chiosa Federico Tondi, Consigliere provinciale UDC- dopo accorati appelli per abbassare i toni e far prevalere il rispetto e la riflessione, Firenze subisca una violenza così cinicamente orchestrata da qualche consigliere comunale in cerca di preferenze.
Auspico che uno dei primi atti che il nuovo Consiglio comunale dovrà affrontare sia la revoca dell’inopportuna decisione di dare la cittadinanza al padre di Eluana. Non solo per una questione di merito, quanto piuttosto di metodo poiché il conferimento della cittadinanza onoraria ha lo scopo di unire la città e non di dividerla. Infine due riflessioni di natura politica: il PD è apparso, ancora una volta, debole e diviso e con scarsa lucidità politica, mentre è chiaro che con i partiti a sinistra del PD non sarà possibile governare secondo criteri di buon senso e ragionevolezza poiché la pregiudiziale ideologica, proprio come dimostrano i fatti di ieri, per loro viene prima di tutto".