Niente più governo ombra. Ma, soprattutto, una netta sforbiciata ai toscani nelle posizioni che contano.
Già, perché nel passaggio dai 25 ministri ombra ai 12 responsabili delle aree tematiche del Pd Dario Franceschini non solo ha messo una pesante pietra sopra parte dell’operato di Walter Veltroni, ma ha anche ridotto drasticamente la presenza toscana ai vertici del partito.
Unico a mantenere la poltrona Enrico Letta, fino a due settimane fa ministro ombra del Lavoro, oggi responsabile del dipartimento del welfare.
E proprio oggi, sulle pagine de La Stampa, trova spazio un ritratto della senese Elisa Meloni, 32 anni il prossimo primo maggio, neo-eletta alla segreteria del Pd.
La Meloni afferma di aver esitato ad iscriversi al partito, “poi la passione politica ha prevalso”, che sulle alleanze (Udc o Rifondazione?) “non possiamo pensare di escludere qualcuno a prescindere”, che Veltroni “è una delle risorse migliori del nostro partito” e che, pur essendosi appassionata alla politica leggendo Berlinguer, un modello di riferimento non lo ha.
Forse c’aveva azzeccato Arturo Parisi sabato scorso quando aveva notato i tanti “si però” con cui ha preso avvio il nuovo corso del Pd.