"Anche in Toscana il Pd e il Pdl sono naturalmente alternativi -scrivono l'On. Massimo Parisi e l'On. Riccardo Migliori ad Andrea Manciulli del Gruppo consiliare Pd- e, per volontà dell’elettorato, articolano, in termini bipolari-bipartitici, la fisiologica dialettica democratica del rapporto maggioranza-opposizione. Questa nitida competizione non esclude che sul terreno delle regole a presidio delle Istituzioni si ricerchino ed individuino momenti di utile collaborazione. E’ accaduto in passato sul tema dello Statuto regionale e accade oggi fra amministratori all’interno dell’Anci e dell’Urpt.
Tale collaborazione istituzionale si regge su un principio essenziale quanto non scritto: il reciproco rispetto. Rispetto che significa comprensione dei rispettivi ruoli. Ora, accade da settimane a Firenze che il Sindaco della città apostrofi l’opposizione ed i partiti del Pdl con giudizi (animali>, eversori) che non solo non hanno riscontro in nessuna altra parte della Toscana e che nessun amministratore del centrodestra si è mai sognato di manifestare, ma che minano quel patto di reciproco rispetto che è alla base di ogni collaborazione istituzionale.
Siamo convinti che le questioni politiche non si risolvano con le querele, né ci incateneremo in Piazza Signoria per pretendere equilibrio. Siamo preoccupati della violenza dei giudizi personali in una delicata fase pre-elettorale della vita politica toscana. Ti chiediamo solo di sapere se il Pd toscano condivida tali giudizi, perché in tal caso prenderemo atto che nella nostra Regione la cooperazione istituzionale è impossibile".
"Il PD dopo avere cancellato, il 13 e 14 aprile scorso, tutta la sinistra dal Parlamento Italiano, con il ricatto del voto utile, tramite l’accordo fatto oggi con il PDL vuole cancellare la sinistra e gli ecologisti anche dal Parlamento Europeo -annunciano per i Gruppi “la Sinistra”, PDCI e Verdi- L’introduzione dello sbarramento al 4% è legata esclusivamente a calcoli interni al PD, in quanto nel Parlamento Europeo non ci sono pericoli di frammentazioni esistendo regole molto rigide che obbligano gli eletti ad aggregarsi a gruppi parlamentari rispondenti a famiglie europee, c’è da chiedersi in quale gruppo intenderà entrare a far parte Veltroni, se in quello del PSE o in quello del PPE – insieme a Berlusconi? Inoltre l’UE assegna al Parlamento la funzione di rappresentare i popoli e le diverse espressioni politiche, mentre il ruolo di governo viene assolto dalla Commissione Europea, nominata dai singoli governi nazionali.
Non esiste, quindi, la necessità di assicurare stabilità al Governo Europeo. La manovra Veltroniana dello sbarramento al 4%, a pochi mesi dal voto, è legata esclusivamente a meri calcoli interni: assorbire il serbatoio dei voti della sinistra per qualche punto in percentuale in più al fine di colmare la continua erosione dei consensi che in questi mesi si è verificata e che stimano il PD dal 25% al 25,8%, dato molto critico se pensiamo che ambivano ad arrivare alla soglia del 35-40%.
Di fronte alla temuta emorragia di consensi, dovuta ad un’opposizione debole e talvolta inesistente sui temi della difesa dei diritti dei lavoratori e del sostegno alla CGIL, della giustizia, del conflitto di interessi, della laicità dello Stato, Veltroni, per tentare di salvare se stesso e limitare i danni, cerca di ricreare artificiosamente quel meccanismo di voto utile che gli consentì di drenare i voti della Sinistra Arcobaleno sull’onda del tentativo di battere Berlusconi. Il cinismo che traspare da questa operazione è impressionante, non è in questa maniera che si creano le condizioni per ricostruire un nuovo centro-sinistra in grado di battere questa destra.
Ma la cosa ancora più grave è che alla base di questo accordo salva Veltroni, che verrà presentato in Parlamento martedì e votato nella seduta di mercoledì, c’è la contropartita richiesta dal PDL su RAI, giustizia e federalismo. E’ per questo che lunedì prossimo, in Consiglio Provinciale, congiuntamente a quanto avverrà in palazzo Vecchio, simbolicamente non parteciperemo alle votazioni: scompariremo dai banchi, come vorrebbero Berlusconi e Veltroni. Per dimostrare per un giorno quello che accadrebbe se anche negli Enti Locali la sinistra non fosse più presente e ci fosse soltanto PD e PDL.
Ci auguriamo che il PD fiorentino Provinciale e metropolitano che alacremente sta tentando di ricostruire nei territori un’alleanza di centro-sinistra, si esprima nel merito rispetto ai propri vertici nazionali segnalando loro l’incoerenza delle scelte che essi stanno compiendo".