Presieduta da Andrea Barducci, presidente Legautonomie Toscana, si è svolta questa mattina, in Palazzo Vecchio a Firenze, l’Assemblea regionale di amministratori e dirigenti degli enti locali.
Introducendo i lavori, Barducci ha sottolineato le difficoltà del momento per gli Enti locali, stretti dalla morsa della crisi economica e dei tagli che il Governo opera con una pesante continuità. Tra i temi trattati, va ricordato quello della cancellazione dell’ICI (se ne sono occupati l’assessore comunale fiorentino Tea Albini ed il vice-presidente toscano dell’Anci Aldo Morelli), mentre Tiziano Lepri (assessore provinciale fiorentino in rappresentanza dell’UPI) ha parlato delle difficoltà che vivono le Province.
E’ intervenuto anche Oreste Giurlani (presidente Uncem Toscana) che ha portato all’Assemblea la preoccupazione dei 160 piccoli comuni montani aderenti all’Uncem, delle 14 Comunità montane e delle 5 Unioni speciali di comuni.
In particolare ha sottolineato le difficoltà per i piccoli comuni ad accedere ai servizi di e-gov per mancanza di strumenti e di professionalità. Si è chiesto, inoltre, date le carenze finanziarie come potranno i comuni accedere ai fondi comunitari previsti per i primi mesi di quest’anno.
Giurlani ha fatto presente come i tagli della Finanziaria alle Comunità montane ed ai Comuni sta mettendo in ginocchio l’attività di questi Enti che rischiano di non poter disporre più delle risorse necessarie per rispondere alle esigenze dei cittadini.
La relazione è stata svolta dal segretario regionale di Leagautonomie Cesare Cava che ha illustrato, con dovizia di particolari, tutte le tappe di avvicinamento, nel corso del 2008, alla Finanziaria illustrando i vari decreti legge che hanno formato, alla fine, il testo della Finanziaria.
Cava ha sostenuto che la Finanziaria, in linea col nome, si occupa solo degli aspetti “finanziari” e tralascia quelli economici, creando così una sorta di scollatura tra costi e ricavi e quindi determinando la pratica impossibilità per gli Enti locali ad assolvere ai compiti istituzionali.
“Purtroppo - ha detto tra l’altro Cava - la crisi nei servizi pubblici determina la crescita di quelli privati e di conseguenza una disuguaglianza tra coloro che possono permettersi di spendere danaro e quelli che non possono farlo”.
Secondo Cava occorre che i Comuni si facciano carico di trovare risorse, con una lotta serrata all’evasione, facendo cadere certi privigilegi come il non-pagamento dell’ICI di fabbricati adibiti ad agriturismo, circoli culturali, istituti religiosi.
Infine ha auspicato che i la Cassa Depositi e Prestiti possa concedere agli Enti locali mutui a tasso zero, come avviene in altri Paesi.