Il disegno di legge delega sul Codice delle Autonomie e’ stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il 16 Marzo scorso. Si e’ aperta cosi’ una fase importante di dibattito intorno a quella che vuole essere una “Carta Fondativa” dei rapporti tra i diversi livelli di Governo, coniugando l’attuazione del Titolo V della Costituzione con il nuovo Codice.
Per riflettere sull’argomento si e’ tenuto oggi a Firenze un convegno organizzato da Anci Toscana con la collaborazione del Consiglio delle Autonomie Locali della Toscana, dal titolo “Verso il nuovo codice delle autonomie locali”.
Un momento di approfondimento importante perche’ la nuova legge che deve andare all’esame del Parlamento avra’ un forte impatto sulla vita dei cittadini, ridefinendo le funzioni degli enti in un’ottica di semplificazione, razionalizzazione e riduzione dei costi, individuando un unico interlocutore per i servizi, realizzando finalmente il sistema delle citta’ metropolitane finora rimasto sulla carta.
Ha aperto i lavori Alessandro Capecchi, Consigliere comunale di Pistoia e Responsabile Anci Toscana settore TUEL e statuti comunali.
Carlo Cirri ha portato i saluti del Consiglio delle Autonomie della Toscana, dimostrando l’interesse verso questo importante processo di trasformazione che si realizzera’ nel nostro paese. “In questo incontro – ha detto - c’e’ la volonta’ di verificare lo stato del modello istituzionale toscano in riferimento al quadro costituzionale, al nuovo statuto regionale, al disegno di legge delega, nonostante la consapevolezza diffusa della fase di appannamento che sta vivendo nell’ultimo periodo il mondo delle autonomie.”
Da parte di illustri giuristi universitari e’ stata quindi compiuta un’analisi approfondita del disegno di legge del Governo.
In particolare il Prof. Vittorio Angiolini dell’Universita’ Statale di Milano ha presentato come punti critici il problema del riequilibrio di potere tra assemblee elettive e sindaci e presidenti, gli spazi limitati della partecipazione popolare, il rapporto tra politica e amministrazione e tra pubblico e privato in economia.
Il Prof. Carlo Marzuoli, ordinario di diritto amministrativo all’Universita’ di Firenze, ha sottolineato il peso della tradizione nell’ordinamento degli enti locali e messo in guardia dalla progressiva perdita di valore delle autonomie locali: “Sono istituzioni dotate di una particolare specificita’ perche’ al servizio delle persone in senso lato, prima ancora che dei cittadini”.
Oriano Giovanelli, Presidente nazionale di Legautonomie, ha espresso il suo giudizio positivo circa l’esplicita volonta’ del Governo di far ripartire il processo di attuazione del federalismo, mentre Lio Scheggi, Presidente di Upi Toscana, ha sottolineato l’importanza di chiarezza circa ruoli e competenze espressi nel nuovo codice.
“Il disegno di legge e’ dotato di un enorme ambizione che si trova a fare i conti con la complessità dei cambiamenti del titolo V della Costituzione – ha detto Francesco Pizzetti, giurista dell’Universita’ di Torino e garante della Privacy – Come ogni grande riforma, anche questa propone la razionalizzazione dell’esistente e la progettazione del futuro”.
Paolo Carrozza, ordinario di diritto costituzionale alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, ha ripercorso le tappe principali del processo di decentramento amministrativo in atto a partire dalla Bassanini, mettendo pero’ in guardia: “Non ci puo’ essere una soluzione imposta dallo Stato, che, con questo disegno di legge, sembra voler riaffermare il totale controllo sul complesso sistema degli enti locali, un sistema che e’ gia’ evoluto verso percorsi di innovazione amministrativa e istituzionale.”
La chiusura della prima sessione di lavori e’ stata affidata a Luca Mezzetti, docente di Diritto Costituzionale dell’Universita’ di Bologna, che ha esposto alcuni punti critici, tra cui: la razionalizzazione delle funzioni e competenze degli enti locali, il percorso delle citta’ metropolitane, i provvedimenti legati alla speciale istituzione “Roma capitale”, il ruolo dei cittadini nella progettazione dei servizi.
Veronica Nicotra, dell’Ufficio Riforme, Studi, Ricerche e Innovazione dell’ANCI Nazionale, ha coordinato la tavola rotonda sul nuovo codice delle Autonomie.
“Sembra che la tendenza sia di essere federalisti quando si e’ all’opposizione, e centralisti quando al Governo” con questa battuta ha aperto il suo intervento Agostino Fragai, Assessore regionale alle riforme istituzionali e al rapporto con gli enti locali.
“C’e’ un serrato dibattito intorno al federalismo, ma con un andamento altalenante. La riforma del Titolo V e’ sicuramente perfettibile, vista soprattutto la mancata previsione della Camera delle Autonomie – ha detto – ma si tratta comunque di un punto fermo da cui partire in vista di una sempre maggiore concertazione tra i vari livelli istituzionali.”
Paolo Fontanelli, Sindaco di Pisa e Presidente Anci Toscana, ha sottolineato l’importanza del progetto di riforma, auspicando un forte coinvolgimento degli enti nel percorso preparatorio: “Ultimamente il Governo non ha riconosciuto il giusto valore alle autonomie locali e ci sembra di assistere, sia da parte dell’esecutivo che dell’opinione pubblica, di stime sbagliate riguardo ai veri costi della politica.
Questo mette in cattiva luce e mina il valore delle autonomie, un valore e un modello amministrativo decentrato, che nel nostro paese e’ frutto di un lungo processo storico e che tanti paesi in Europa ci invidiano". Renzo Mascherini, Vice Presidente nazionale dell’Uncem, ha sottolineato l’importanza di riprendere il cammino interrotto con la riforma del titolo V : “Questa sospensione ha creato danni notevoli perche’ il quadro delle Comunita’ Montane in Italia e’ fortemente disaggregato.
C’e’ bisogno quindi di un quadro omogeneo a livello nazionale in cui inserire l’azione a livello locale.” Ha chiuso i lavori del convegno il Sottosegretario al Ministero degli Interni, Alessandro Pajno, che ha dimostrato apprezzamento circa gli interventi che l’hanno preceduto, auspicando che i suggerimenti sollevati vengano accolti nel processo legislativo che si apre ora al Senato. “E’ necessario ricostruire un percorso comune, per superare questa emergenza istituzionale e costituzionale, in un’ottica di cooperazione – ha detto il sottosegretario - La materia dell’ordinamento degli enti locali e’ disciplinata da tante fonti diverse e il disegno di legge che abbiamo proposto cerca di tenere insieme la liberta’ regolamentare e statuaria e allo stesso tempo dare equilibrio a componenti fondamentali come le autonomie locali.” Le priorita’ esposte dal sottosegretario sono state in particolare: la realizzazione di una sussidiarieta’ adeguata, consistente; la specializzazione delle funzioni per semplificare ed evitare duplicazioni; lo stimolo virtuoso del principio di sostenibilità finanziaria dell’attività’ amministrativa.